Dea della bellezza e dell’amore, Afrodite nella visione cosmogonica è il simbolo del potere creatore della natura, secondo la tradizione generata dalla spuma del mare.
Attributo principale di Afrodite è la cintura ammaliatrice, in grado di donare a chiunque la indossasse poteri seduttivi, e i suoi vestiti, ricchi per gioielli preziosi e dai colori accesi, per mettere in risalto la sua bellezza.
Molto insolito è il fatto che Afrodite fosse in possesso di ben due carri, uno d’oro decorato con gioielli, trainato per i cieli da colombe, il secondo invece, trainato da tritoni, richiamava il suo legame con il mare, inoltre le era sacra la perla, simbolo dell’amore.
Fra gli animali legati alla dea spiccavano le colombe, emblema dell’amore, oltre al cigno, come lo erano anche i frutti di mare di qualsiasi tipo, poiché per i greci avevano proprietà afrodisiache.
La mela è il frutto simbolo di Afrodite per eccellenza, come omaggio al Pomo d’Oro che diede il via alla guerra di Troia, ma lo è anche la melagrana, che si dice che sia stata piantata dalla dea per prima a Cipro, vista come un segno di fertilità femminile.
Afrodite aveva con sé un numerosissimo seguito, fra cui spiccano Eros e Imero, oltre alle Cariti, figlie di Zeus e Eunomia, più famose con il nome romano di Grazie, legate al culto della vegetazione e della fertilità, tra cui c’erano Antheia, Dea dei fiori e degli ornamenti floreali, Paidia, Dea della Commedia, ed Eudamonia, Dea della felicità.
Nel seguito della dea c’erano anche le Ore, custodi dell’Olimpo, dee delle stagioni e del rispetto delle leggi, ed Ebe, dea della giovinezza e coppiera dell’Olimpo, insieme alla figlia di Afrodite Armonia.
Oltre a queste c’erano anche un buon numero di divinità minori, specialmente legate al mare, come ninfe e ittiocentauri, ossia centauri con la coda di pesce.
Il culto di Afrodite era diffuso in tutta l’area greca e le erano dedicati diversi templi e altari in ogni città, ma i centri di adorazione maggiori erano Corinto e le due isole legate alla sua nascita, Citerea e Cipro, dove vi erano dei rituali misterici a lei dedicati, oltre a preghiere e rituali privati.
Generalmente alla dea si sacrificavano incensi e ghirlande di fiori, ma talvolta le venivano offerti dei sacrifici di capre, mucche e tori.
In seguito la storia di Afrodite fu introdotta in Siria tramite le isole greche, grazie al suo legame con Astarte, la Grande Madre nel culto fenicio e nell’area antistante, e di sposa di Adon, un dio venerato in Siria.