La storia di un sogno di pace e di un prete coraggioso…
Era il 7 dicembre 1992 quando 500 pacifisti si ritrovarono ad Ancona, con lo scopo di arrivare a Sarajevo, in Bosnia, il 10 dicembre, in occasione della Giornata internazionale dei diritti umani.
Tra loro erano presenti diversi rappresentanti istituzionali tra parlamentari, assessori e sindaci, 15 giornalisti, il fotografo Mario Boccia, molti rappresentanti religiosi e anche singoli cittadini.
Il viaggio durò più a lungo del previsto e i 500 arrivarono a Sarajevo nella notte dell’11 dicembre, vi rimasero 24 ore e durante la giornata presero parte ad incontri istituzionali, realizzano una manifestazione in strada e un’assemblea pubblica presso il cinema Prvi Maj.
Ideatore dell’evento fu Don Tonino Bello, una delle figure più singolari della chiesa italiana degli anni Ottanta
Nato ad Alessano, nel Leccese, il 18 marzo 1935, figlio di un maresciallo dei carabinieri e di una casalinga dalla fede semplice e grande, don Tonino frequentò il Seminario prima a Ugento, poi a Molfetta ricevendo l’ordinazione sacerdotale l’8 dicembre 1957.
Come giovane prete della diocesi di Ugento-Santa Maria di Leuca gli venne affidata la formazione dei giovani del Seminario diocesano di cui fu per 22 anni vice-rettore.
Nel 1978 fu nominato amministratore della parrocchia del Sacro Cuore di Ugento, e l’anno successivo parroco della Chiesa Matrice di Tricase, dove si mostrò particolarmente attento ai temi della povertà e del disagio.
Il 10 agosto 1982 venne nominato vescovo di Molfetta, Giovinazzo e Terlizzi e, il 30 settembre dello stesso anno, della diocesi di Ruvo diventando, con l’unificazione delle quattro Chiese locali, il primo pastore di Molfetta-Giovinazzo-Ruvo-Terlizzi.
Sin dall’inizio il suo ministero episcopale venne caratterizzato dalla rinuncia ai segni esteriori del potere, inoltre promosse la costituzione di gruppi Caritas in tutte le parrocchie della diocesi, fondò una comunità per la cura delle tossicodipendenze, lasciò sempre aperti gli uffici dell’episcopio.
Inoltre fecero scalpore le sue prese di posizioni pubbliche come la vicinanza agli operai delle acciaierie di Giovinazzo in lotta per il lavoro, la partecipazione alla marcia di Comiso per dire no ai missili, l’opposizione all’installazione degli F16 a Crotone e degli Jupiter a Gioia del Colle, la campagne per il disarmo, per l’obiezione fiscale alle spese militari, soprattutto la marcia pacifica a Sarajevo, di cui fu ispiratore e guida malgrado la malattia che lo consumava.
Pochi mesi dopo la marcia della pace, il 20 aprile 1993 Don Tonino mori, vittima del cancro.
Scrittore e poeta molto amato, Bello fu anche il fondatore della rivista Mosaico di pace e, dopo il via libera della Congregazione delle cause dei santi, il 30 aprile 2010 nella Cattedrale di Molfetta si è aperta la fase diocesana della causa di beatificazione.