Le nuvole del calcio, dopo Pelè, accolgono, a 58 anni, Gianluca Vialli, scomparso in un ospedale di Londra dopo la lunga lotta contro un tumore al pancreas, con al suo fianco la moglie Cathryn White Cooper e le figlie, Olivia e Sofia.
Ci ha lasciato così, in questo tiepido inizio di gennaio, dopo essere venuto solo in dicembre ancora una volta in Italia per vedere il film sulla sua Sampdoria, dopo averci fatto credere che sarebbe tornato, che avremmo ancora rivisto i suoi occhi brillare di gioia a ogni goal della Nazionale.
Indimenticabile la sua gioia all’Europeo, l’abbraccio con l’amico di una vita Roberto Mancini.
Ha convissuto con quello che chiamava “l’ospite indesiderato” andando avanti, giorno dopo giorno, nella speranza di farcela, di allungare quel tempo che sentiva essere sempre più breve.
Porteremo con noi oltre al ricordo di un grande sportivo, quel suo amore per la vita, quel sorriso nonostante tutto.
Lunedì lo saluteremo da lontano, con un pensiero, lasciando alla riservatezza che ha sempre scelto per la sua famiglia, l’ultimo abbraccio.
Gianluca Vialli era nato a Cremona il 9 luglio 1964 e si interessò al calcio presso l’oratorio di Cristo Re, al villaggio Po della sua città, poi debuttò nelle giovanili del Pizzighettone e passò in seguito alla Primavera della Cremonese.
La carriera a livello professionistico, nel ruolo di attaccante, iniziò nel 1980 e lo vide protagonista della Cremonese, Sampdoria e Juventus e vinse due scudetti, il primo con la Sampdoria nella stagione 1990-1991, in coppia con il Roberto Mancini, il secondo con la Juventus nella stagione 1994-1995.
Con la Juventus vinse inoltre una Champions League nel 1996, battendo in finale l’Ajax ai calci di rigore, ma una seconda Coppa dei Campioni sfumò nel 1992 nella finale persa 1-0 dalla Sampdoria contro il Barcellona ai supplementari.
Vialli fece parte della Nazionale Under 21, segnando 11 reti in 21 presenze e nella Nazionale maggiore fu convocato da Azeglio Vicini ai Mondiali del 1986 in Messico, dove giocò tutte le partite, pur senza riuscire ad incidere e fu parte della squadra durante l’Europeo tedesco del 1988, in cui segnò la rete della vittoria contro la Spagna.
In seguito contribuì alla conquista del 3° posto dell’Italia nei Mondiali del 1990, anche se la sua stella fu offuscata del successo di Totò Schillaci, il quale fu anche capocannoniere per l’Italia.
L’avventura in nazionale di Vialli terminò con l’arrivo del C. T. Arrigo Sacchi che non lo convocò per il mondiale del 1994, con 59 presenze e 16 gol.
Nel 1996 si trasferì in Inghilterra per giocare con il Chelsea, assumendo dal 1998 il doppio ruolo di giocatore-allenatore dopo che Ruud Gullit fu licenziato.
La squadra era in corsa per la Coppa di Lega e nella Coppa delle Coppe e, sotto la sua guida, vinse entrambe e fu quarta nella Premier League.
La stagione seguente, 1998/1999, Vialli vinse la Supercoppa Europea battendo 1-0 il Real Madrid e termina al terzo posto in Premier League, a soli quattro punti dal Manchester United campione, che resta il miglior posizionamento della squadra del Chelsea dal 1970 in poi.
Nel 1999/2000 portò il Chelsea ai quarti di finale della Champions League, nella sua prima apparizione nella competizione, con la vittoria 3-1 sul Barcellona, anche se poi fu eliminato nella gara di ritorno, perdendo 5-1 ai supplementari.
Nonostante un quinto posto in Premier League, la stagione finì con l’acuto della vittoria sull’Aston Villa nella FA Cup, grazie alla rete dell’italiano Di Matteo.
L’ultima stagione di Vialli a Londra iniziò con la vittoria nella FA Charity Shield contro il Manchester, quinto trofeo conquistato in meno di tre anni, che lo rese l’allenatore più vincente della storia del club fino a quel momento.
Nel 2001 accettò la proposta del Watford, squadra della First Division inglese, ma ebbe solo un quattordicesimo posto in campionato e fu licenziato dopo una sola stagione.
Il 26 febbraio 2006 Vialli ebbe l’onore di essere stato il portatore della bandiera olimpica nel corso della cerimonia di chiusura dei XX Giochi olimpici invernali di Torino 2006, poi divenne opinionista e commentatore televisivo per Sky Sport.
Nel 2015 fu inserito nella Hall of Fame del calcio italiano e il 9 marzo 2019 venne nominato dalla FIGC, insieme a Francesco Totti, ambasciatore italiano per il campionato d’Europa 2020.
Pochi mesi più tardi, a novembre, ebbe il ruolo di capo delegazione della nazionale italiana, allenata dall’ex compagno e amico fraterno Roberto Mancini.
Il grande calciatore prese così parte all’avventura della nazionale all’Europeo 2020, dove l’Italia vinse e Vialli risultò una figura motivazionale unica, sia nello spogliatoio che fuori.
Gianluca Vialli resta uno dei pochissimi calciatori italiani che hanno vinto tutte le tre principali competizioni Uefa per club; ed è l’unico che le ha vinte con tre squadre differenti.