Al Museo degli Innocenti di Firenze è da non perdere, fino al 26 marzo 2023, una grande mostra che rende omaggio al genio visionario dell’artista olandese Maurits Cornelis Escher, con ben 200 pezzi tra cui alcune opere che lo hanno reso noto in tutto il mondo come il mago delle illusioni e dei paradossi.
I primi lavori di M.C. Escher trassero ispirazione dall’Art Nouveau, un celebre movimento artistico sviluppatosi in Europa alla fine del XIX secolo, grazie anche a Samuel Jessurun de Mesquita, esponente dell’Art Nouveau Olandese e insegnante presso la scuola di grafica ed arti decorativa di Harlem in Olanda.
Durante la sua permanenza in Italia dal 1922 al 1935 Escher intraprese numerosi viaggi, in particolare nel meridione, disegnando monumenti, paesaggi, flora e fauna, che al suo ritorno a Roma, dove si era stabilito, trasformava in xilografie e litografie.
Nel 1935 l’artista si trasferì in Svizzera per allontanarsi dal fanatismo del regime fascista, da lui considerato inutile e pericoloso e un anno dopo un viaggio nel sud della Spagna segnò un giro di boa cruciale nel suo sviluppo artistico, dopo che ebbe visitato celebri monumenti come l’Alhambra di Granada e la Mezquita di Cordoba, da cui trasse ispirazione per uno studio metodico dei motivi utilizzati dagli artigiani del XIV secolo per decorare muri e archi delle architetture moresche.
Escher ideò un mondo in cui diversi tipi di tassellatura danno vita a vortici di trasformazioni e forme astratte e si trasformano in forme animate, dove gli uccelli possono gradualmente tramutarsi in pesci e che vede una lucertola diventare la cella di un alveare.
Fin dalle prime stampe di paesaggi Escher dimostrò un’attrazione per la struttura dello spazio più ancora che per l’elemento pittoresco e nel 1937, dopo aver lasciato l’Italia, smise di cimentarsi con la struttura spaziale in senso analitico, per produrre sintesi in cui diverse entità spaziali confluiscono in un’unica stampa.
Nel 1954, in occasione del Congresso Internazionale dei Matematici ad Amsterdam, vennero esposte alcune stampe dell’artista che da allora cominciarono a essere apprezzate dalla comunità scientifica.
Escher iniziò un dialogo con matematici e cristallografi che rappresentò una fonte di ispirazione per la sua ricerca sulle costruzioni impossibili, le illusioni ottiche e la rappresentazione dell’infinito, in alcune delle sue opere più famose, Ascesa e discesa , Belvedere , Cascata e Galleria di stampe e Relatività, che riflettono un il suo complesso rapporto con la matematica, la geometria e le composizioni infinite.
Il grande artista non conobbe la notorietà se non negli ultimi anni della sua vita de per sbarcare il lunario si dedicò quindi spesso a lavori su commissione, come la copertina di un programma concertistico, semplici biglietti di auguri ed ex – libris ed eseguì anche commesse pubbliche come la progettazione di banconote e francobolli.
Nel 1967 lavorò a un ’incisione di sette metri intitolata Metamorfosi III per l’ufficio postale dell’Aia, nei Paesi Bassi, oggi considerata uno dei suoi capolavori.