risotto luganega 2

Fino al 19 febbraio, nella provincia di Monza e in particolare nel borgo di Briosco ci sarà un’ iniziativa diffusa in tutti i ristoranti situati nel territorio comunale, che inseriranno tra le proprie proposte un piatto speciale a base di luganega di Monza 

Infatti nel mese di novembre 2022 è nata l’Associazione produttori della luganega di Monza con l’obiettivo di recuperare, valorizzare e promuovere le tradizioni storico-culturali gastronomiche della Brianza e i suoi prodotti tipici, con grande riguardo alla Luganega di Monza.

L’iniziativa brioschese si inserisce in quel periodo dell’anno si vive in pieno il folklore locale con il tradizionale falò della Gibiana, accompagnato dalla degustazione del risotto giallo con la salsiccia brianzola.

Per questo il mese  gennaio è stato scelto allo scopo di celebrare la neo costituita Associazione sottolineando il forte legame del territorio brioschese con la tradizione gastronomica della Brianza.

Sebbene non si abbiano molte notizie sulle origini di Briosco, rifacendosi alle vicende dei villaggi più forti posti nelle sue vicinanze, si ritiene che i primi insediamenti nella zona siano riportati ai galli insubri e cenomani, cui subentrarono stanziamenti romani, come dimostrato  dal rinvenimento di alcuni reperti archeologici.

Distrutta dalle truppe di Federico Barbarossa nella seconda metà del XII secolo, Briosco registrò una ripresa soltanto nel Quattrocento, grazie al contributo degli abitanti della Val Taleggio che vi si erano rifugiati, dopo essere stati scacciati dai veneziani per essersi schierati con i Visconti, durante le lotte tra il ducato di Milano e la repubblica veneta.

 Nel XV secolo fu infeudata agli Arrigoni, a cui subentrarono, verso la metà del Seicento, i Crivelli. Provata dalle dominazioni spagnola, francese e austriaca, dalle carestie e dalle pestilenze, che nel XVII secolo colpirono tutta la regione, Brisosco nel 1869 inglobò il vicino comune di Capriano.

Del suo patrimonio artistico sono da vedere la chiesa parrocchiale, intitolata ai Santi Ambrogio e Vittore, ricostruita su un precedente edificio di culto, l’ottocentesca parrocchiale di Santo Stefano a Capriano, la basilica di Santa Elisabetta a Fornaci, in stile neogotico, e i resti di un antico castello nella Cascina Simonte.