Tra il 20 o 21 del mese di marzo cade l’equinozio di primavera, simbolo dell’inizio della bella stagione.
Nella civiltà Egizia, centrata sul culto del dio sole, Ra, creatore del mondo, venerato sia a livello mitologico sia come parte della vita quotidiana, si allineavano templi e costruzioni sacre al levarsi e al tramontare del sole in quei momenti dell’anno.
La stessa cosa avveniva tra gli Assiri e i Babilonesi , che davano grande importanza agli equinozi, infatti la festività babilonese più importante era il’Akitu, che cadeva proprio in corrispondenza dell’Equinozio di primavera.
Durante questa festività, che durava 12 giorni, il re, come figlio del divino, rigenerava i ritmi della natura, del cosmo e della società umana e lo stesso tempio di Salomone a Gerusalemme era orientato verso il sorgere del sole.
Nella città di Teotihuacan, in Messico, una delle più grandi dell’America precolombiana, ci sono testimonianze delle stesse tradizioni, così come nelle città dei Maya e degli Inca.
In Cina, già dall’epoca della dinastia Shang l’anno era diviso in quarti,distinti da equinozi e solstizi, e in Giappone l’equinozio di primavera è la festa nazionale Higan, una manifestazione buddista che celebra la natura e tutte le cose viventi e in India si celebrano i passaggi delle stagioni con feste e rituali, noti come puja.
Per i popoli antichi la primavera era non solo la rinascita della natura in tutto il suo lussureggiante splendore, ma era il momento della semina e portava già la promessa del raccolto e dell’abbondanza, ed era quindi collegata ai riti e ai culti di fertilità.
Nel calendario celtico, proprio il 21 Marzo, si festeggia Ostara, detta anche Eostre o Eosta, patrona della fertilità.
Il culto della divinità si diffuse in tutta l’Europa e in Grecia prese il nome di Estia, mentre a Roma e in seguito in tutto l’impero romano era Vesta, e al suo culto fu dedicato l’ordine sacerdotale delle vergini Vestali.
I popoli anglo-sassoni chiamavano il mese lunare corrispondente all’incirca ad aprile Eostre-monath, e in questo periodo celebravano feste in onore della dea Eostre associata a vari aspetti connessi col rinnovarsi della vita quali la primavera, la fertilità e la lepre.
Con la diffusione del Cristianesimo la festa di Ostara fu assimilata dalla Pasqua, la cui data di celebrazione cade presso il primo plenilunio successivo all’equinozio di primavera e parecchi elementi furono inglobati dalla festa cristiana, come il coniglio pasquale, simbolo di fertilità e prosperità e l’uovo, simbolo dell’embrione da cui scaturisce l’esistenza.