Con la mostra Neoclassico e Romantico. Pompeo Marchesi, scultore collezionista,  la Galleria d’Arte Moderna prosegue il percorso di valorizzazione dei nuclei più significativi del suo patrimonio artistico.

L’esposizione, allestita nelle sale al piano terra della Villa Reale fino al 18 giugno 2023, è promossa dal Comune di Milano ed è curata da Omar Cucciniello, conservatore della Galleria d’Arte Moderna di Milano, come omaggio a Pompeo Marchesi (1783-1858), grande scultore dell’Ottocento, allievo di Canova, coetaneo e amico di Francesco Hayez e trait d’union nel passaggio dal Neoclassicismo al Romanticismo, nella Milano tra Impero napoleonico e Restaurazione.

Questo evento segue le celebrazioni per il bicentenario della morte di Antonio Canova e prende spunto dal modello in gesso di Ebe di quest’ultimo, alla Galleria d’Arte Moderna, per ricostruire la raccolta dello scultore, artista di grande importanza per la storia del museo e delle collezioni artistiche del Comune di Milano.

Tra i rarissimi modelli di Canova a non essere nella Gypsotheca di Possagno, Ebe giunse nelle collezioni civiche in seguito al lascito testamentario di Marchesi.

Il percorso espositivo ricostruisce la vita e l’opera dello scultore, formatosi all’Accademia di Brera sotto gli auspici di Giuseppe Bossi e a Roma, sotto la direzione di Canova, ma resta strettamente legato alla città di Milano, dove negli anni della Restaurazione ottenne un grandissimo successo partecipando ai più importanti cantieri cittadini, dall’Arco della Pace al Duomo, e alla vita artistica, in qualità di professore dell’Accademia di Brera.

Conosciuto come il Fidia meneghino,  Marchesi fu definito da Stendhal “le sculpteur à la mode de Milan” nel romanzo La Certosa di Parma, ebbe commissioni da tutta Europa, da Vienna a Parigi a San Pietroburgo.

Il suo atelier, ricostruito dopo un incendio grazie a una sottoscrizione della cittadinanza e inaugurato dall’imperatore d’Austria Ferdinando I, era uno dei luoghi alla moda della città, ricordato da Stendhal e Balzac, frequentato da artisti, scrittori, nobili e intellettuali, affrescato da Hayez e organizzato come un museo, dove radunò tutti i modelli in gesso e i bozzetti delle sue sculture, ma anche la collezione di opere d’arte raccolte durante gli anni.

Alla sua morte lo scultore destinò i materiali dello studio non ai musei d’arte esistenti  ma alla città di Milano, che all’epoca non disponeva di collezioni d’arte.

Esposte in origine nella prima sede del Museo Artistico Municipale ai Giardini Pubblici, le opere della collezione Marchesi vennero suddivise tra i diversi istituti via via fondati, dal Museo Archeologico al Gabinetto dei Disegni del Castello alle biblioteche, che ancora oggi le conservano.

La mostra intende quindi ricostruire la complessità della raccolta e la sua importanza per la nascita delle collezioni artistiche cittadine, avvalendosi del contributo degli istituti civici: il Gabinetto dei Disegni, la Raccolta delle Stampe Achille Bertarelli, la Biblioteca d’Arte, il Civico Archivio Fotografico, il Museo d’Arte Antica del Castello Sforzesco

La mostra si rivela l’occasione per riflettere sull’origine della Galleria d’Arte Moderna e per annodare i fili della nascita delle collezioni municipali, ricostruendone la storia, le vicissitudini, gli spostamenti nelle diverse sedi e la creazione dei musei civici di Milano.