“Dunque, poiché la primavera apre tutto, l’intensa asprezza del freddo cede il passo e la feconda terra si apre, si dice che il mese venne chiamato aprile perché la stagione è aperta, e reclama Venere la nutrice, che pone la sua mano sopra il mese” diceva il poeta latino Ovidio nei Fasti (IV libro, vv 85-90) sul quarto mese dell’anno, aprile, simbolo dell’apertura della natura dopo la chiusura invernale, che era anche il momento della fondazione di Roma.
Questo periodo dell’anno era dedicato a Venere, dea romana della bellezza, del piacere, dell’amore, cui veniva consacrato il vino novello, cioè quello frutto della vendemmia precedente, che per la prima volta veniva assaggiato.
In onore della dea la bevanda veniva versata in grande quantità sulle scalinate del Venus Obsequens, vicino al Circo Massimo, nel giorno in cui si rievocava la battaglia tra Enea e il re dei Rutuli, Turno.
Per conquistare il Lazio Enea si rivolse a Giove, il suo rivale al re etrusco Mezenzio, ma entrambi lo fecero donando vino “Madre degli Eneadi, voluttà degli uomini e degli dèi, alma Venere, che sotto gli astri vaganti del cielo popoli il mare solcato da navi e la terra feconda di frutti, poiché per tuo mezzo ogni specie vivente si forma, e una volta sbocciata può vedere la luce del sole“ diceva Lucrezio nel suo “De Rerum Natura” (I, vv 1-4).
Venere venne poi indicata da Virgilio come madre di Enea, capostipite della gens Iulia, ed era legata indissolubilmente con i destini di Roma.
La fondazione di Roma era collegata anche a Flora, dea protettrice della vegetazione, i cui riti, i Floralia, si svolgevano, come dice Ovidio, proprio nel secondo mese del calendario romano.
Durante il mese di aprile la liturgia era molto legata alla terra con feste come i Cerealia, legati a Cerere, antica divinità italica che inventò l’agricoltura, i Robigaglia, per favorire la produzione di grano e i Parilia, un tempo festeggiati proprio il 21 aprile, giorno della fondazione dell’Urbe, per favorire la protezione dei greggi e dei pastori da parte del dio Pales.
In onore del 21 aprile l’imperatore Adriano dedicò un tempio a Venere e alla dea Roma per celebrare quel giorno., dove prima sorgeva la Domus Transitoria, antica abitazione di Nerone sul Palatino.
Il mese di aprile così divenne simbolo di un periodo di rinascita, anche perché vi cadevano i Veneralia, dedicati a Venere Verticordia, la divinità che trasformava le passioni lussuriose in caste, e alla Fortuna Virile.
Il rito legato alla festività prevedeva le vestali ricoperte da mirto, per ricordare il mito di Venere secondo il quale fu sorpresa da alcuni satiri a fare il bagno nuda, così usò proprio quella pianta per coprirsi e per Ovidio e Varrone il nome di questi giorni dedicati a Venere deriverebbe dal verbo latino “Aperire” come l’aprirsi della natura a nuova vita.