Con la Domenica delle Palme, ricordo dell’entrata trionfale di Gesù a Gerusalemme per andare incontro alla morte, inizia la Settimana Santa dove si rievocano gli ultimi giorni della vita terrena di Cristo e vengono celebrate la sua Passione, Morte e Risurrezione.
Il racconto dell’ingresso di Cristo a Gerusalemme è presente in tutti e quattro i Vangeli, ma con alcune varianti, se quelli di Matteo e Marco raccontano che la gente sventolava rami di alberi, o fronde, Luca non ne fa menzione mentre solo Giovanni parla di palme.
Quell’episodio rimanda alla celebrazione della festività ebraica di Sukkot, la festa delle Capanne, dove i fedeli arrivavano in massa in pellegrinaggio a Gerusalemme e salivano al tempio in processione, dove ciascuno portava in mano e sventolava il lulav, un piccolo mazzetto composto dai rami di tre alberi, la palma, simbolo della fede, il mirto, che lo era della preghiera che s’innalza verso il cielo, e il salice, la cui forma delle foglie rimandava alla bocca chiusa dei fedeli, in silenzio di fronte a Dio, legati con un filo d’erba.
Spesso al centro c’era anche una specie di cedro, l’etrog, che era il buon frutto che Israele rappresentava per il mondo.
Il cammino era ritmato dalle invocazioni di salvezza in quella che col tempo divenne una celebrazione corale della liberazione dall’Egitto: dopo il passaggio del mar Rosso infatti, secondo la tradizione, il Messia atteso si sarebbe manifestato proprio durante questa festa.
Gesù, quindi, fece il suo ingresso a Gerusalemme, sede del potere della Palestina, acclamato come si faceva con i re e a cavalcioni di un’asina, in segno di umiltà e mitezza.
I Vangeli narrano che Gesù arrivato con i discepoli a Betfage, vicino Gerusalemme, la sera del sabato, e subito il Figlio di Dio mandò due del suoi seguaci nel villaggio a prelevare un’asina legata con un puledro e condurli da lui ma, se qualcuno avesse obiettato, avrebbero dovuto dire che il Signore ne aveva bisogno, ma sarebbero stati rimandati subito.
I discepoli fecero quanto richiesto e, trovati i due animali, la mattina dopo li coprirono con dei mantelli, poi Gesù vi si pose a sedere avviandosi a Gerusalemme.
Qui la folla, radunata dalle voci dell’arrivo del Messia, stese a terra i mantelli, mentre altri tagliavano rami dagli alberi di ulivo e di palma, abbondanti nella regione, e agitandoli festosamente rendevano onore a Gesù.
La liturgia della Domenica delle Palme, si svolge inizialmente al di fuori della chiesa, dove i fedeli si radunano e il sacerdote benedice i rami di ulivo o di palma, che, dopo la lettura di un brano evangelico, sono distribuiti ai fedeli, poì comincia la processione verso la chiesa.
Dentro la chiesa continua la celebrazione della Messa, che si distingue per la lettura della Passione di Gesù, tratta dai Vangeli di Marco, Luca, Matteo, secondo il calendario liturgico, infatti il testo della Passione non è lo stesso che si legge nella celebrazione del Venerdì Santo, che è quello del Vangelo di San Giovanni.
Il racconto della Passione viene letto da tre lettori rappresentanti il cronista, i personaggi delle vicenda e Cristo stesso ed è articolato in quattro parti, l’arresto di Gesù; il processo giudaico; il processo romano; la condanna, l’esecuzione, morte e sepoltura.
Al termine della Messa, i fedeli portano a casa i rametti di ulivo benedetti, come simbolo di pace, scambiandone parte con parenti ed amici.
In molte regioni il capofamiglia usa un rametto, intinto nell’acqua benedetta durante la veglia pasquale, per benedire la tavola imbandita nel giorno di Pasqua.
La Domenica delle Palme è celebrata dai cattolici, dagli ortodossi e dai protestanti, e cade durante la Quaresima, che termina il Giovedì Santo, primo giorno del Triduo Pasquale, ma non cade sempre nello stesso giorno perché è legata direttamente alla Pasqua, la cui data cambia ogni anno ed è fissata in base alla prima luna piena successiva all’equinozio di primavera del 21 marzo.
La data della Pasqua per i cattolici oscilla così tra il 22 marzo e il 25 aprile dato che, se la luna piena si verifica di sabato 21 marzo, la Pasqua cade il 22 marzo, cioè la domenica immediatamente successiva all’equinozio.
Per gli ortodossi la data della Pasqua è tra il 4 aprile e l’8 maggio perché usano il calendario giuliano e non quello gregoriano come i protestanti e i cattolici.