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Un dialogo tra stili e linguaggi, background e soluzioni, a distanza di spazi e di tempi e quello che fino al 5 maggio è da vedere allo Spazio Musa di Torino, in collaborazione con la Galleria Senesi di Cuneo, con una mostra che unisce la ricerca di Ugo Nespolo e quelle di 13 artisti provenienti da sette diversi Paesi dell’Africa, tra cui Sudafrica, Tanzania, Senegal e Congo.

Ad accogliere i visitatori nello spazio di via della Consolata sono  26 opere di Nespolo realizzante negli ultimi anni e testimoni del suo percorso che combina arte, pittura, fotografia, scrittura, teatro, cinema e altre suggestioni, in lavori dall’acceso cromatismo, dove numeri e colori caratterizzano opere e sculture, come le  citazioni ai capolavori del cinema e musicali insieme agli omaggi ad amici artisti tra i quali Enrico Baj, Capogrossi e Andy Warhol.

Artista di fama internazionale, Ugo Nespolo continua a essere molto  legato al suo territorio, entro il quale ha anche compiuto i primi significativi passi della sua carriera.

Nato a Mosso, nel biellese, nel 1941, Ugo si trasferì giovanissimo a Torino dove frequentò il liceo, poi l’Accademia di Belle arti e l’Università, presso la Facoltà di Lettere e Filosofia, fino alla laurea in Lettere moderne.

Con gli anni Nespolo si legò ai personaggi della scena culturale torinese,  come il filosofo Gianni Vattimo e il poeta Edoardo Sanguineti tra nuove esperienze e impulsi, come la Pop Art, in arrivo dall’America, ma anche le ricerche concettuali che nella penisola avrebbero aperto la strada a tanti artisti.

Negli ultimi anni l’Università degli studi di Torino ha conferito a Nespolo la laurea honoris causa in Filosofia e nel 2022 l’artista ha realizzato l’immagine-locandina del Torino Film Festival.

Al piano sotterranee ci sono  40 opere di autori provenienti dal Continente africano di nomi come Esther Mahlanghu, George Lilanga e le sculture di Seni Awa Camara,  concesse della Fondazione Sarenco, che da sempre si impegna a curare e comunicare l’arte africana nel mondo.

L’esperienza di Sarenco ha portato un profondo contributo per l’arte Africana, nata verso le metà degli anni Cinquanta  del XX secolo, dove questi paesi iniziavano la loro lotta per ottenere l’indipendenza dal colonialismo europeo, un processo faticoso e ancora solo parzialmente realizzato.

L’arte africana oggi è ben rappresentata nei grandi musei internazionali, in America e in Europa e affonda le sue radici nell’origine dell’umanità.