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Un piccolo gioiello tra i Sacri Monti del Lago Maggiore…

Il Santuario della Madonna del Sasso dall’alto di  uno sperone roccioso, domina Locarno ed  situato nel Comune di Orselina, oltre a offrire uno splendido panorama sul Lago Maggiore.

Si racconta che Fra’ Bartolomeo d’Ivrea fu il fondatore del complesso infatti, alla fine del XV secolo dal Convento di San Francesco di Locarno, scelse una vita da eremita insediandosi ai piedi della rupe, dove edificò  una prima chiesa.

Alla fine del XVI secolo cominciò le costruzione di una seconda chiesa, oggi il Santuario, sulla sommità dello sperone, e le progettazione di un percorso sacro, sull’esempio di altri Sacri Monti, noto come la Via Crucis.

Il complesso, con il Convento dei cappuccini, venne espropriato nel XIX secolo dalla Repubblica svizzera e divenne proprietà del Canton Ticino, ma i frati ne rimasero  i custodi.

Oggi la  Madonna del Sasso, luogo di raccoglimento e di pellegrinaggio, si raggiunge con la funicolare che da Locarno porta a Orselina oppure a piedi, partendo dai portici di Locarno e andando per Via delle Monache e Via del Sasso fino alla chiesa dell’Annunciazione dove il cammino giunge a un bivio se a sinistra si imbocca la Via Crucis contornata da dodici cappelle con scene della Passione, a destra c’è il sentiero nella valle.

La basilica, preceduta da un piazzale che spazia sull’intero Locarnese, ha la statua della Madonna del Sasso, uno  scultura in legno della fine del Quattrocento, e gli  ex voto,  cuore della devozione fiorita nei secoli attorno a questa immagine, tra tavole dipinte, oli, ricami, cuori d’argento, risalenti perlopiù al XIX e XX secolo, tra cui spiccano quelli del pittore valmaggese Giovanni Antonio Vanoni.

Due opere da non perdere sono la pala della Fuga in Egitto del Bramantino, che risale al 1520,  e il Trasporto di Cristo al sepolcro, che Antonio Ciseri di Ronco sopra Ascona dipinse a Firenze nel 1870.

L’interno della chiesa è ricco con stucchi e affreschi che dopo i lavori di restauro hanno ripreso l’antica luminosità, senza dimenticare nella piazzetta la cappella con una Pietà di fine Quattrocento.

Molto interessante è il museo nella parte antica del convento, che occupa i luoghi dove vivevano i primi frati, con il refettorio che ospita un magnifico affresco dell’Ultima Cena.

Le otto sale raccontano la vita dei frati Cappuccini e la storia del convento nel contesto dei Sacri Monti prealpini.