La Sindone è considerata uno dei grandi misteri della religione cristiana, conservata nel Duomo di Torino, periodicamente mostrata ai fedeli che arrivano da ogni angolo del mondo per un evento noto come ostensione.
All’apparenza si tratta di un lenzuolo color giallo ocra con trama a spina di pesce, tipica di duemila anni fa, con forma rettangolare, tagliato su uno dei lati lunghi.
Secondo una tesi, il lenzuolo dovrebbe essere del Primo secolo e provenire dalla Palestina, come confermano i ritrovamenti nelle fibre del lino di pollini di diverse specie vegetali originari della Palestina.
Ma il lenzuolo ha attraversato i secoli, non solo della religione, come mostrano i diversi segni che datano alcuni eventi e che lo hanno parzialmente danneggiato, tra cui le bruciature causate dall’ incendio della Sainte-Chapelle du Saint-Suaire, dove era conservato, nel 1532.
Ciò che rende particolare la Sindone sono le immagini riportate sulla tela, con la doppia fotografia di un corpo umano nudo di grandezza naturale, dal lato frontale del corpo e quello posteriore. Questo fa supporre che Cristo sia stato avvolto in questo lenzuolo è presente anche il segno della testa, perfettamente allineata con la figura, ma sollevata però dal busto, dato che il collo per posizione potrebbe non aver lasciato segni.
La presenza della Sindone è stata per la prima volta documentata nel 1353, quando il cavaliere Goffredo di Charny annunciò a Lirey, in Francia, di aver trovato il telo che aveva avvolto il corpo di Cristo nel sepolcro e poi Margherita di Charny, sua discendente, cedette nel 1453 il telo ai duchi di Savoia che lo portarono a Chambéry.
La Sindone venne fotografata per la prima volta nel 1898 ed è stata proprio in quest’occasione che si capì che quell’immagine era un negativo della figura di uomo, con la barba e i capelli lunghi, oltre ai segni delle torture subite, come i tagli su costato, le ferite ai polsi e la piaga causata dallo sfregamento di una grossa trave di legno portata a spalle.
Una prova molto interessante è quella avuta nel 1988 dall’analisi del carbonio 14, che ha permesso di datare il lenzuolo tra il 1260 e il 1390, ma potrebbe dipendere dal prelievo dei campioni analizzati da parti rammendate dopo l’incendio del 1532 a Chambéry.
Dopo la distruzione di Chambéry la Sindone il 15 settembre 1578 venne portata a Torino dai Savoia.
Nel 1997 un altro incendio minacciò l’incolumità del lenzuolo, quando le fiamme nella notte tra l’11 e il 12 aprile devastarono la Cappella del Guarini nel Duomo, dove era conservata.
Nel corso degli anni molti studi e molti esperti hanno analizzato la Sindone, ma che la Chiesa Cattolica non si è mai espressa all’unisono sull’autenticità, anche se Roma autorizzò il culto della reliquia nel 1506, per volere del Papa Giulio II, Pio XI e Giovanni Paolo II ammisero più volte di credere nell’autenticità del lenzuolo.