Uno dei piloti simbolo della Moto Gp degli anni Settanta…
Renzo Pasolini nacque a Rimini il 18 luglio 1938 e seguendo le orme del padre Massimo, noto corridore motociclista e detentore di diversi record di velocità, iniziò intorno al 1958 a gareggiare nel motocross, pur avendo una grande passione per la boxe.
Dopo essersi fatto conoscere nei Juniores Renzo ebbe la licenza da senior per la stagione 1964 che disputò in sella all’Aermacchi nella 250cc e 350 cc con cui debuttò nel campionato del mondo.
Fu ancora in sella al Macchi per le due successive stagioni dove arriverò al terzo posto nella classifica di campionato della 350 cc nel 1966.
Pasolini diede sempre il massimo ma, contro le pluricilindriche, non riusciva mai a prevalere.
Sul finire della stagione 1966 fu chiamato dalla Benelli in sostituzione di Provini dopo che l’asso piacentino dovette abbandonare l’attività in seguito al terribile incidente del Tourist Trophy.
Paso non deluse, infatti a Vallelunga al debutto con la Benelli vinse nella 500 con Agostini che, per cercare di reggere il suo ritmo, cadde poco prima del traguardo.
Nel 1967 lasciò l’Aermacchi per la Benelli, mentre la rivalità con Agostini arrivò ai massimi livelli, soprattutto nelle gare che si disputavano in Italia ,dove Renzo aveva una marcia in più nei suoi tifosi e batterlo risultava molto difficile.
Con la Benelli, Pasolini fu secondo alle spalle di Agostini e della sua imbattibile MV Agusta nel mondiale della 350 cc nel 1968.
La generosità del Paso in pista e in provato era ben conosciuta, come nell’episodio accaduto al Gp delle Nazioni del 1968 quando, lasciò la sua moto migliore ad Hailwood dopo che l’inglese abbandonò la MV nel corso delle prime prove perché non gli garantiva parità di trattamento con Agostini.
Nel 1969 Paso era il più candidato alla vittoria nel mondiale della 250 cc ma pur vincendo tre gare, fu solo quarto nella classifica di campionato vinto dal compagno di squadra Carruthers.
I regolamenti per il 1970 che limitavano a due il numero dei cilindri per la classe 250 cc impedirono alla Benelli di schierarsi nuovamente nella quarto di litro, così Paso e la Benelli si confortarono nella 350 e la 500 con Agostini e la MV.
Quella stagione, che fu l’ultima disputata da Renzo con la Benelli, lo vide terminare terzo nella classifica mondiale della 350.
Nel 1971 tornò in sella all’Aermacchi, ora parte deell’Harley Davidson, che schierava un’inedita 250 2 cilindri – 2T da cui derivò successivamente anche la versione di 350 cc.
Con la moto di Schiranna, dopo la prima stagione di rodaggio Paso ebbe parecchie soddisfazioni, anche se non arrivò alla vittoria nel mondiale della 250.
Il 1972 fu una delle migliori annate per Renzo che vinse 6 corse, fu 13 volte secondo e 6 terzo, oltre ad essere il campione italiano della 250 ma, pur vincendo tre GP iridati nel 1972 per un solo punto fu preceduto in classifica mondiale da Jarno Saarinen nella 250 e terminò terzo nella classifica del campionato della 350 cc ad un punto dal secondo e perse per tre punti il titolo Italiano della 350 cc.
La stagione 1973 sembrava essere quella della consacrazione, dato che Renzo era desideroso di vincere il mondiale per poi ritirarsi dal mondo delle moto.
Nel GP delle Nazioni di Monda del 20 maggio 1973, Paso portò al debutto la nuova HD raffreddata ad acqua e corse nella 250 e 350.
La giornata di gara aveva poi in calendario la 350 come prima corsa e l’avversario più ostico fu ancora una volta Giacomo Agostini.
Allo start Pasolini partì male e al termine del primo giro ha un ritardo di 10 secondi, ma non si arrende, rimontò a suon di giri veloci, ma alla fine venne costretto al ritiro da un grippaggio.
Giunse il momento della 250 cc e Renzo Pasolini partì bene ma al curvone capitò un grave incidente che lasciò un groviglio di moto e di piloti in terra.
Renzo Pasolini e Jarno Saarinen furono le sole vittime di un incidente mai chiarito con precisione, ancora oggi ci sono diverse ipotesi che vanno dall’olio in pista lasciato da una moto durante la precedente gara della 350 cc, al grippaggio della moto di Pasolini.
Ma Pasolini, per tutti Paso, resta un grande dello sport degli anni Settanta, sempre correndo veloce come mai nessuno prima di lui.