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Un uomo che per tutta la vita sogno un mondo libero…

Nazim Hikmet nacque a Salonicco il 20 novembre 1902, da Nazim Hikmet Bey,  funzionario di Stato, e Aisha Dshalia,  pittrice.

Da giovane Nazim studiò prima francese ad Istanbul, in Turchia, poi s’ iscrisse all’Accademia della Marina militare, ma dovette abbandonarla per problemi di salute.

Come lui stesso confessò nella poesia Autobiografia (1962) divenne il poeta a soli quattordici anni, introducendo per la prima volta il verso libero nella lingua poetica turca grazie al nonno paterno, che, oltre che pascià e governatore di varie province, era scrittore e poeta in lingua ottomana.

Durante la guerra di indipendenza in Anatolia si schierò con Kemal Ataturk, ma fu molto deluso dagli ideali nazionalisti, si  iscrisse così al partito comunista e lavorò come insegnante nella Turchia orientale.

Nel 1922 il poeta  fu condannato per marxismo e scelse l’esilio volontario in Russia, dato che gli era  impossibile rimanere in patria, dove fu soggetto ad una forte ostilità a causa della sua pubblica denuncia dei massacri avvenuti in Armenia nel periodo 1915-1922.

In Russia Nazim si iscrisse all’Università dei lavoratori d’Oriente e studiò alla facoltà di sociologia, oltre a conoscere il  poeta Majakovskij e si sposò, ma il matrimonio fu annullato a seguito del suo ritorno in Turchia nel 1928, grazie all’amnistia generale.

Il clima che circondava Nazim divenne sempre più pesante e, dato che il partito comunista venne  dichiarato illegale, venne arrestato con il pretesto dell’affissione di manifesti illegali.

Negli anni dal 1928 al 1936 Hikmet, che passo cinque anni in carcere, scrisse ben cinque raccolte di versi e quattro poemi lunghi, oltre a lavorare alla stesura di romanzi e testi teatrali, collaborando anche con alcuni giornali in qualità di giornalista e correttore di bozze.

Il poeta nel 1938 fu arrestato con l’accusa di aver incitato la marina turca alla rivolta con le sue poesie e fu condannato a ventotto anni di carcere, ma vi rimase per quattordici lunghi anni, durante i quali scrisse i suoi versi più significativi.

Grazie ad una commissione internazionale tra i cui membri c’erano Jean Paul Sartre e Pablo Picasso, Nazim fu scarcerato nel 1949, ma fu vittima di ben due tentativi di assassinio che lo spinsero a fuggire nuovamente a Mosca, mentre fu candidato al Nobel per la pace nel 1950.

Intanto la Turchia privò il poeta  della cittadinanza e fu la Polonia a conferirgli la sua , grazie all’esistenza di un vecchio progenitore da cui, secondo Nazim, derivavano i suoi capelli rossi.

Nazim Hikmet morì a Mosca, per una crisi cardiaca, il 3 giugno 1963 e nel 2002, nel centenario della sua nascita, il governo turco, grazie ad una petizione firmata da mezzo milione di cittadini, gli restituì la cittadinanza.