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Il Centenario della 24 ore di Le Mans, previsto per il 10 e 11 giugno, vede  la categoria regina tornare ai fasti di un tempo, con ben 16 Hypercar di 7 costruttori diversi presenti nella entry list e le due Ferrari 499P #50 e #51 che sfidano le Toyota #7 e #8 e di riportare il Cavallino Rampante sul podio della 24 ore di Le Mans.

Infatti le Hyperpole del 8 giugno hanno visto qualificate, tra le Hypercar, le Ferrari #50 e #51, le Toyota #7 e #8, le Porsche #5 e #75 e le Cadillac #3 e #2.

Dopo le polemiche successive agli incidenti e alle difficoltà riscontrate  nel portare in temperatura le gomme nella 6 ore di Spa è arrivata in via eccezionale la deroga per poter scaldare le coperture attraverso armadi riscaldanti nella 24 ore di Le Mans, in modo da salvaguardare la sicurezza di tutti i piloti chiamati a guidare anche di notte con temperature molto basse.

Oltre alle 16 Hypercar prenderanno il via 24 LMP2 e 21 GTE, con una Nascar infiltrata dato che è tornata la wild card per le auto innovative, riservata alla Chevrolet Camaro ZL1 della nuova generazione e a condurla sarà un trio composto da Jimmie Johnson, Mike Rockenfeller e Jenson Button.

Costruito nel 1965 attorno al tracciato già esistente della 24 ore, il Bugatti Grand Prix Circuit si trova a 5 km a sud della città di Le Mans e 200 km a sud-ovest di Parigi e ha ospitato il Gran Premio dalla fine degli anni Sessanta, ma un grave incidente che vide protagonista il  pilota spagnolo Alberto Puig nel 1995 lo vide cancellato dal calendario fino al 2000, dopo una serie di miglioramenti alla sicurezza.

Le Mans è una pista stretta dominata dalle curve della prima marcia, basate sulla frenata in ritardo e sull’accelerazione brusca, e può ospitare comodamente fino a 100.000 spettatori.

La città francese e il circuito di Le Mans sono il simbolo di sport motoristico, avendo ospitato per anni gare su due e quattro ruote ed eventi di resistenza.

Di incidenti e tragedie alla 24 ore di Le Mans ce ne sono stati molti, il più famoso è sicuramente quello del 1955, dove la Mercedes-Benz 300 SLR di Pierre Levegh fini tra la folla dopo un contatto con Lance Macklin e  Levegh e 83 persone morirono, mentre altre 120 rimasero ferite.

Dopo quell’episodio Mercedes decise di ritirarsi dalle corse sino al 1987 e la Svizzera  decise addirittura eventi motoristici, divieto è ancora oggi in vigore.

Fino al 1969 erano solo due piloti ad alterarsi per 24 ore, dal 1970 fu introdotto il terzo pilota e all’inizio del decennio successivo ci fu il trionfo di Porsche, il primo di una lunga serie,  infatti la casa tedesca ha il record di successi della Le Mans, ben 18.

Una di queste, quella del 1997, fu vinta con al volante  Tom Kristensen, nato ad Hobro ormai quasi 50 anni fa, detiene la maggior parte dei record di questa corsa, infatti ne ha vinte ben nove, di cui sei di fila.

Insieme ad Emanuele Pirro, ma soprattutto con l’amico Dindo Capello, Kristensen ha stabilito record su record, trionfando per l’ultima volta nel 2013, dove vinse anche il neonato mondiale WEC.

Furono ben sette i successi con la casa dei Quattro Anelli, gli altri due erano con Porsche e con Bentley, tutti marchi parte del Gruppo Volkswagen.

A fine 2014 Tom decise di chiudere la carriera, dopo aver vinto 58 gare ed essere salito sul podio ben 145 volte su 349 corse disputate in carriera.

Il secondo grande vincitore di Le Mans è il leggendario Jacky Ickx, che ne ha portate a casa ben 6.