Partita dalla Factory, punto catalizzatore dell’establishment artistico americano, l’arte di Andy Warhol ha conquistato il mondo grazie all’abilità del genio di Pittsburgh, che ha cambiato il concetto di arte sovvertendo l’estetica di una generazione intera e si è trasformato in uno sperimentatore dalle esplosive capacità comunicative, affascinato dalla ripetizione ossessiva di un’azione e ha fatto della provocazione e dell’ironia un inconfondibile modus operandi.
La sua vita sarà la protagonista del percorso Andy Warhol: the age of freedom atteso al Centro Culturale A. Bafile di Caorle, in provincia di Venezia, dall’ 11 giugno al 3 settembre.
Con oltre 60 opere di Warhol, la mostra a cura di Matteo Vanzan racconterà la rivoluzione del maestro di Pittsburgh in un dialogo con maestri come Robert Rauschenberg, Roy Lichtenstein, Joe Tilson, Robert Indiana, Mario Schifano, Mimmo Rotella, Tano Festa, Franco Angeli, protagonisti di una stagione che ha riportato la figurazione al centro del dibattito culturale internazionale dopo l’Informale.
Andy Warhol” fu determinante nella rinascita artistica della seconda metà del Novecento, dove cambiò il concetto stesso di arte sovvertendo l’estetica di un’intera generazione.
Attraverso l’esposizione, tra le altre, delle celebri opere come Marilyn Monroe, Mao Zedong, Flowers, Dollari, Campbell’s Soup e Interviews si racconterà la storia intensa di un mondo ricco di comunicazione e genialità, business e consumismo nel ruolo centrale di una Factory divenuta punto catalizzatore dell’establishment artistico americano.
Maneggiando film, fotografie, serigrafie, grafiche, fumetti, Warhol usò un tocco minimo, spesso assente in molti casi, perché gli intenti sono essenzialmente iconici, dove il fumetto, il dollaro, i personaggi pubblici, le opere famose e inflazionate della storia dell’arte, non appartengono unicamente alla sfera materiale della collettività, ma coinvolgono le idee, l’immaginario collettivo e lo stereotipo.
Tutto passa attraverso il filtro di un uomo che rivisita mondo e storia in chiave diversa, conferendo all’immagine una magia unica.
Oltre alle opere d’arte il percorso abbraccerà una selezione di video, documentari e alcuni film d’epoca per raccontare l’uomo prima dell’artista, con tutte le sue nevrosi e insicurezze in un serie di aforismi che tracciano inequivocabilmente la personalità di Warhol come entità capace di generare un microcosmo che riassume in sé il clima del anni Sessanta, che racchiude i dogmi fondanti di una nuova società di cui Amdy ha rappresentato il massimo interprete.
Ad accompagnare la mostra saranno vari appuntamenti collaterali, come l’ Aperitivo Pop di domenica 11 giugno, a partire dalle 18, in occasione dell’apertura dell’esposizione.
Domenica 18 giugno aprirà presso il Museo Nazionale di Archeologia del Mare la mostra collaterale Give peace a chance, che presenterà i lavori di dieci artisti contemporanei, mentre sabato 17 giugno, sabato 15 luglio e sabato 2 settembre sono previsti gli incontri con il curatore Matteo Vanzan.
L’esposizione sarà aperta al pubblico tutti i giorni dalle 10 alle 12 e dalle 18 alle 22.