sette parole

Dal 28 al 30 luglio a Todi si terrà la terza edizione del Festival Sette Parole, interamente dedicato alla musica da camera.

L’idea che ha guidato la nascita di Festival Sette Parole è stata quella di proporre un’alternativa più accessibile all’ascolto della musica classica che rimane per molti musica elitaria, intellettuale e colta, poi cui è nato un evento che come obiettivo fondamentale si ponesse quello di riuscire a parlare con lo spettatore in maniera lontana da stereotipi.

Ecco quindi che oltre ai concerti ci sono durante l’evento aperitivi, prove aperte e guide all’ascolto, oltre a due splendide location.

Tra i vicoli, dietro al Duomo di Todi, si nasconde la Chiesa della Nunziatina, così soprannominata in quanto sede della Confraternita della Santissima Annunziata.

Grazie ai lasciti elargiti dal Vescovo Angelo Cesi, da Francesco degli Atti e da altri benefattori, vennero acquistate alcune case dei Carocci, adiacenti al Palazzo Landi-Corradi, detto del Vignola e nel 1609 furono avviati i lavori di costruzione della chiesa.

Da fuori, la facciata non suggerisce nulla ma varcato il portone, si rimane sbalorditi dalla ricchezza di affreschi e tele di artisti barocchi locali, tra i quali Andrea Polinori.

Nel 1699 un incendio distrusse il soffitto a cassettoni, decorato con rosoni intagliati e dorati, e parte degli affreschi, così il Vescovo Giuseppe Pianetti fece ricostruire il tetto e commissionò al pittore Paolo Barla la decorazione ad affresco della volta per completare i lavori di restauro.

Il soggetto la scena centrale non è quello che ci si aspetterebbe in una Chiesa dedicata all’Annunziata, ovvero L’Annunciazione, ma il momento precedente ad essa con Dio nell’atto di consegnare il giglio all’Arcangelo Gabriele che questi porgerà alla Vergine.

Il Palazzo Landi Corradi, o del Vignola, è a fianco della Chiesa della Nunziatina,  fu acquistato nel 1712 dal Vescovo Filippo Antonio Gualtieri per trasferirvi la sede arcivescovile.

In seguito, per l’ampliamento del palazzo, ora diventato un seminario, furono comprate alcune case adiacenti della famiglia Cherubini e vennero poi collegati i locali della sede arcivescovile con la Chiesa della Nunziatina.

Il nome del palazzo deriva dall’attribuzione di un portale e di una corte all’architetto Jacopo Barozzi, detto il Vignola, che venne a Todi per seguire la costruzione della Consolazione.

Il seminario fu poi dismesso nel 1959 e da quel momento l’edificio ospitò manifestazioni, convegni e mostre.

Dopo un lungo restauro, il Palazzo del Vignola è stato riaperto nel 1993 ed è il  fulcro delle attività culturali di Todi ospitando mostre e manifestazioni culturali e anche concerti ed eventi per il grande pubblico.