La Fondazione One Planet One Future, con il Festival CinemAmbiente e all’Università di Torino presenta One Planet One Future Torino, una mostra fotografica prodotta da UniVerso, l’osservatorio sulla contemporaneità dell’Ateneo aperta fino al 30 agosto, dal lunedì al venerdì, dalle 9 alle 19 nel Cortile del Rettorato dell’Università di Torino.
Ideatrice dell’evento è l’artista e regista Anne de Carbuccia, che ha viaggiato nei luoghi più belli, remoti e a rischio del pianeta per documentare con la sua arte “quanto ancora abbiamo, quanto rischiamo di perdere e quanto abbiamo già perso”.
Anne de Carbuccia, artista e regista della Corsica , viaggiato per i luoghi più remoti del pianeta per documentare con la sua arte specie, habitat e culture in via d’estinzione.
Lo scopo del suo lavoro è di andare oltre l’era odierna incentrata sull’uomo e come, utilizzando l’intelligenza e la tecnologia, l’oggi possa diventare una forza positiva per il nostro pianeta.
Attualmente Anne sta lavorando a una serie artistica multimediale dal titolo Follow the Thread, dove usa il linguaggio universale dell’arte per sensibilizzare e invitare le persone ad agire, attirare l’attenzione sulla crisi ambientale e invitare a modificare le abitudini di consumo che contribuiscono a crearla.
Le sue immagini sono un omaggio ai soggetti minacciati dal rischio di estinzione e un esame impietoso degli effetti disastrosi dell’Antropocene, la nuova era geologica nella quale l’impatto dell’uomo sovrasta i cicli naturali.
Dieci opere di grande misura sono esposte all’interno dello storico cortile del Rettorato, appese fra le colonne del portico nel rispetto delle sue armoniose proporzioni.
Le immagini fanno parte delle opere raccontate nel docu-film Earth Protectors e sono rappresentative del percorso dell’artista durato dieci anni, trattano i temi chiave del progetto One Planet One Future e, documentando la bellezza e la ricchezza che se ne va a una velocità impressionante, sono un appello urgente immaginare un mondo diverso.
Con una clessidra e un teschio, simboli del tempo e della vita, e con altri oggetti reperiti in loco nelle sue spedizioni, l’artista crea installazioni pieni di significati ambientali in paesaggi terrestri o marini.
Anne chiama queste installazioni TimeShrine, per onorare la sacralità senza tempo del soggetto e avvertirci che, a causa dell’Antropocene, il tempo sta finendo, invita a riflettere sulla bellezza e sulla fragilità del pianeta e vuole ispirare a proteggerlo e a salvarlo.
Inoltre al centro del cortile Anne ha ideato un’installazione, site specific, con una delle sue ruote di legno sulla quale è stata incisa la frase “In the Anthropocene to revolt is to build” (Nell’Antropocene ribellarsi è costruire) che poggia sopra una base formata da elementi da cantiere mescolati con dell’E-Waste.