Dal 23 agosto al 7 settembre a Città di Castello e in Valtiberina protagonista della cinquantaseiesima edizione del Festival delle Nazioni sarà l’Italia, come seconda tappa d’un progetto triennale iniziato lo scorso anno e dedicato al rapporto che i tre paesi europei ebbero con i territori in cui hanno lasciato una forte eredità culturale.
Il concerto inaugurale del 23 agosto sarà dedicato alla musica del periodo tra Quindicesimo e Sedicesimo secolo, in occasione dei cinquecento anni della morte del Perugino e del Signorelli, che hanno lasciato diverse opere a Città di Castello e nel territorio limitrofo e l’Ensemble Micrologus, uno dei migliori gruppi esperti nella musica di quel periodo, accosterà autori anonimi al sommo Josquin Desprez.
È molto attinente al tema del festival Inquietudini ruggenti, un nuovo spettacolo di parole e musica, che il 24 racconterà gli anni dell’inizio del colonialismo italiano, con testi a cura di Caterina Casini e Fabio Mangolini e musiche composte per l’occasione da Mattia Novelli.
Il giorno successivo l’Umbria Ensemble eseguirà musiche strumentali del periodo tra le due guerre mondiali, tra futurismo e passatismo, con brani notissimi di Puccini e Mascagni, poco noti di Alfredo Casella e rarissimi di Balilla Pratella e Franco Casavola.
Il 26 agosto è in programma un concerto in collaborazione con l’Accademia internazionale d’arte lirica di Osimo, che proporrà romanze da camera e canzoni d’autore di quello stesso periodo, alternando grandi musicisti quali Pizzetti, Respighi e Castelnuovo-Tedesco a canzoni dialettali ricche di ironia nei confronti della politica coloniale italiana.
Nella sera del 30 si potrà riascoltare la musica leggera italiana degli anni Trenta, Quaranta e Cinquanta nell’interpretazione della Papillon Vintage Swing Band, da Quel motivetto che mi piace tanto a Nel blu dipinto di blu, passando per Baciami piccina e Bellezza in bicicletta.
Il concerto dell’1 settembre sarà un omaggio a Casella nella vita musicale italiana nei primi decenni del Novecento, dove il duo pianistico Alberto Miodini – Pierpaolo Maurizzi eseguirà i suoi Quattro film musicali e la sua trascrizione per pianoforte a quattro mani della Sinfonia n. 7 di Mahler, a testimonianza della precoce intuizione di questo compositore.
Il giorno seguente l’Orchestra Filarmonica Italiana diretta da Stefano Seghedoni farà ascoltare alcuni brani sinfonici di Elena Barbara Giuranna, Adriano Lualdi, Guido Pannain e Francesco Santoliquido, inneggianti alle imprese coloniali italiane e il 29 agosto l’Atse Tewodros Project e la scrittrice e performer italiana di origine etiope Gabriella Ghermandi presenteranno brani della musica tradizionale etiope, in stile jazz, includendo canzoni della resistenza etiope contro l’esercito invasore italiano.
A chiudere il festival sarà il 7 settembre la prima esecuzione di Ciondolino, opera da camera di Stefano Garau, su un libretto di Enrico Paci liberamente ispirato al racconto del giornalista ed educatore Luigi Bertelli, noto con lo pseudonimo di Vamba, che coinvolgerà musicisti professionisti ma anche il sistema scolastico musicale di Città di Castello, offrendo ai giovani la possibilità di inserimento in una produzione di teatro musicale.