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Nell’anno del Bimillenario Pliniano  la storica mostra Miniartextil rende omaggio al condottiero, letterato e scienziato dell’antica Roma, che era nato proprio a Como.

Nella sua opera Naturalis Historia, Plinio disse che  “L’arte di dipanare i bozzoli per tesserli fu escogitata da una donna dell’isola di Cos, Panfile, figlia di Platea, che non va defraudata della gloria di aver escogitato il modo di denudar le donne vestendole” e dalla frase, approfondita dal poeta e scrittore Vincenzo Guarracino, arriva lo spunto per il titolo della mostra dell’edizione 2023, che è Denudare feminas vestis.

L’edizione 2023 dell’unica mostra che promuove la ricerca nell’arte tessile contemporanea, è  in programma a Como, presso l’Ex Chiesa di San Pietro in Atrio e altre luoghi, fino al 3 settembre e organizzata nell’ambito delle Celebrazioni del Bimillenario Pliniano.

Come da tradizione, accanto ai minitessili, con 54 opere e  realizzati da artisti provenienti da tutto il mondo, ci saranno diverse opere di grandi dimensioni realizzate da artisti internazionali sia emergenti che affermati, per  una riflessione sulla seta,  eccellenza del distretto tessile comasco, e sulle possibili interpretazioni dell’universo femminile.

Nel corso delle sue indagini naturalistiche, Plinio si dedicò anche allo studio della seta, arrivando a sfatare la credenza secondo cui il filato era prodotto e raccolto direttamente da alberi fiabeschi, coperti da soffici foglie e da lunghi filamenti, coltivati dal popolo dei Seres  agli estremi orientali del mondo allora conosciuto.

La frase Denudare feminas vestis infatti si lega alla considerazione di come, già nel primo secolo dopo Cristo, gli abiti in seta che avvolgevano il corpo femminile ne evidenziassero ancora di più le forme, rendendole nude allo sguardo

Ad ideare la mostra è stata la critica d’arte e regista Clarita Di Giovanni che vive a Roma ed è docente alla Scuola di Arte Cinematografica G.M. Volontè dal 2011, affiancata dalla presenza di Sergio Gaddi, critico e curatore d’arte comasco, con una grande capacità professionale e organizzativa.

Come ogni anno Miniartextil ‘32 si articola in due proposte parallele, da una parte le 54 opere di piccole dimensioni esposte presso la Ex Chiesa di San Pietro in Atrio, dall’altra le grandi installazioni che saranno presenti nel medesimo luogo e in differenti punti della città, oltre a varie  laboratori didattici per avvicinare il pubblico dei più piccoli all’arte.

Inoltre Miniartextil ’32 vede il coinvolgimento di artisti che operano con performances e installazioni all’aperto e in luoghi pubblici e privati.

Tra gli artisti emergenti della rassegna ci sono l’artista serba Brankica Zilovic, l’architetto giapponese Kato Kimiyasu, l’italo-egiziano Medhat Shafik, gli italiani Antonella De Nisco e Alessandro Lupi, oltre all’artista dello Zimbabwe, Moffat Takadiwa, che esporrà sue opere anche alla 60° Biennale di Venezia nel Padiglione dello Zimbabwe nel 2024.

I 54 minitessili provenienti da tutto il mondo e selezionati attraverso la Call for Artists, promossa per la raccolta delle candidature di artisti internazionali, sono stati scelti dalla giuria coordinata da Mimmo Totaro, artista, presidente di Arte&Arte e fondatore di Miniartextil insieme a Nazzarena Bortolaso, con Kimiyasu Kato, architetto,  fotografo e artista,  Giuseppe Menta, disegnatore, studioso di tecniche del colore, creatore di tessuti e  imprenditore e Sergio Gaddi, critico e curatore di mostre d’arte e responsabile della commissione di valutazione delle opere.