vajont

La tragedia del Vajont è uno dei disastri naturali più gravi del XX secolo in Europa, avvenuto la sera del 9 ottobre 1963 nella valle del Vajont, al confine tra Friuli-Venezia Giulia e Veneto.

La diga del Vajont, costruita per la produzione di energia idroelettrica, fu teatro di una catastrofe che causò la morte di oltre 2.000 persone e la distruzione di numerosi paesi e abitati.

La causa principale della tragedia fu una frana colossale che precipitò nel bacino idroelettrico, generando un’onda violenta che oltrepassò la diga e si abbatté sulla valle sottostante.

Le cause della tragedia furono ricondotte ai progettisti e dirigenti della SADE (Società Adriatica di Elettricità), ente gestore dell’opera fino alla nazionalizzazione, i quali occultarono la non idoneità dei versanti del bacino, a rischio idrogeologico.

Dopo la costruzione della diga, si scoprì che i versanti avevano caratteristiche morfologiche (incoerenza e fragilità) tali da non renderli adatti ad essere lambiti da un serbatoio idroelettrico.

La frana che causò la tragedia era stata sostanzialmente prevista da una cronista dell’Unità, Tina Merlin, che aveva denunciato la situazione di pericolo nella valle del Vajont.

La tragedia del Vajont provocò la distruzione di numerosi paesi e abitati, tra cui Longarone, Pirago, Faè, Villanova, Rivalta, e danneggiò gravemente gli abitati di Codissago, Castellavazzo, Fortogna, Dogna e Provagna.

La diga del Vajont è rimasta intatta nonostante la forza dell’acqua e oggi è aperta al pubblico come luogo di visita, gestita dall’Ente Parco delle Dolomiti.

La vicenda giudiziaria del Vajont si concluse nel 2000, quando lo Stato italiano, insieme a Enel e Montedison, pagò 77 miliardi di lire per i danni morali e materiali alle popolazioni colpite dalla tragedia.

La diga del Vajont non è più utilizzata per la produzione di energia elettrica dal disastro del 1963.

Le conseguenze della tragedia del Vajont per l’ambiente circostante sono state significative e durature. Oltre alla distruzione di queste aree, la frana ha causato un grave inquinamento del suolo e delle acque.

La presenza della diga del Vajont ha influenzato il microclima dei territori circostanti a causa della grande massa d’acqua che si raccoglieva a monte della diga stessa. 

Inoltre, l’evento ha avuto un impatto profondo sulla cultura e sulla percezione della sicurezza delle dighe in Italia, portando a miglioramenti nelle normative sulla sicurezza delle dighe e a una maggiore consapevolezza ambientale.

Nel complesso, la tragedia del Vajont ha lasciato cicatrici durature sull’ambiente circostante, sia in termini di distruzione fisica che di impatto sulla cultura e sulla percezione della sicurezza delle infrastrutture idroelettriche.