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Nella notte tra sabato 28 e domenica 29 ottobre ci sarà il passaggio dall’orario estivo (ora legale) a quello invernale (ora solare) infatti alle 3:00 di notte si dovranno  spostare le lancette dell’orologio di un’ora indietro.

Il nuovo orario consentirà di guadagnare un’ora di luce al mattino, ma le giornate si accorceranno di un’ora alla sera e il buio arriverà prima, poi le ore di luce continueranno a diminuire gradualmente fino al prossimo solstizio d’inverno, il 22 dicembre, quando da lì fino al 21 giugno 2024 cominceranno ad allungarsi di nuovo.

Se il 1 settembre è iniziato l’autunno meteorologico, sabato 23 settembre ha segnato l’inizio dell’equinozio autunnale e la fine dell’estate nell’emisfero settentrionale (boreale) e nell’emisfero meridionale (australe), al contrario, è iniziata la primavera.

Sono due i cambi dell’ora annuali e dal passaggio all’ora solare invernale per tornare a quella legale usata nei mesi estivi si dovrà aspettare fino alla fine del prossimo marzo, dove il cambio d’ora avverrà tra il 30 e il 31 marzo 2024, quando nella notte tra sabato e domenica le lancette dovranno essere spostate un’ora in avanti ed entrerà ancora una volta in vigore l’ora legale.

Il concetto di cambiamento del tempo nacque quando Benjamin Franklin nel 1784 in una lettera al Journal de Paris, suggerì che i parigini avrebbero potuto risparmiare le candele alzandosi prima per godersi la luce del giorno.

Ma fu durante la Prima Guerra Mondiale che il cambio dell’ora venne adottato ufficialmente da diversi paesi, tra cui Germania e Regno Unito, nel tentativo di risparmiare carbone e la Francia, ed anche l’Italia, seguì questa tendenza nel 1916 e in Italia fino al 1920.

Dopo varie interruzioni e reintroduzioni nel corso dei decenni, la crisi petrolifera del 1973 riportò il tema e la Francia, come altre nazioni, decise di sistematizzare il cambio dell’ora per ridurre i consumi energetici.

Infatti adattando l’ora ufficiale in modo che corrisponda alla luce naturale durante i periodi di attività umana si può ridurre la necessità di illuminazione artificiale la sera (ora legale) e la mattina (ora invernale) e ciò non solo consente di risparmiare energia ma riduce anche le emissioni di CO2 legate alla produzione di elettricità.

La scelta dell’ultimo fine settimana di ottobre per il passaggio all’ora solare, e dell’ultimo fine settimana di marzo per il passaggio all’ora legale, ha lo scopo di  massimizzare la durata del soleggiamento nei periodi più attivi della giornata.

Quindi l’idea è di sfruttare al massimo la luce naturale, nella prima serata per la primavera e l’estate, e nella tarda mattinata per l’autunno e l’inverno.

Inizialmente, l’argomento principale a favore del cambiamento dell’ora era la riduzione del consumo energetico, dato che l’idea era quella di limitare l’uso di fonti di illuminazione e riscaldamento nelle ore di punta.

Tuttavia, con l’evoluzione dello stile di vita e l’emergere di nuove tecnologie, il consumo di energia si è evoluto infatti, mentre l’illuminazione domestica consuma meno grazie alle lampadine a Led più efficienti dal punto di vista energetico, l’aumento delle apparecchiature elettroniche e l’uso intensivo di elettrodomestici hanno aumentato la domanda di energia.

Altri studi hanno suggerito che i benefici energetici derivanti dal cambiamento dell’ora sono oggi minimi, o addirittura insignificanti, rispetto ad altre misure di efficienza che si potrebbero implementare e si ritengono che i disagi legati al cambiamento dell’ora, ad esempio in termini di salute,  potrebbero superare i benefici energetici ottenuti.