Fino all’11 febbraio 2024 gli spazi espositivi del Piano Nobile di Palazzo Reale a Milano ospitano la mostra El Greco, prodotta da Palazzo Reale e MondoMostre, promossa dal Comune di Milano con il patrocinio dell’Ambasciata di Spagna in Italia e curata da Juan Antonio Garcìa Castro, Palma Martinez, Burgos Garcìa e Thomas Clement Salomon, oltre al coordinamento scientifico di Mila Ortiz.
Domènikos Theotokòpoulus nacque a Candia nell’isola di Creta nel 1541, prese il nome di El Greco a Roma nel 1567 e morì a Toledo nel 1614, sempre alla costante ricerca di nuove forme e linguaggi d’arte.
Nell’ambiente dei Farnese a Roma El Graco acquisì le conoscenze della statuaria antica, oltre alll’uso del colore a macchia dei Manieristi, poi si trasferì a Toledo in Spagna, dove nonostante una poetica originale per il mercato del tempo trovò amici e fedeli clienti per grandi commissioni.
Il progetto di Milano vede 41 opere, tra prestiti internazionali come il San Martino e il medicante e il Laocoonte della National Gallery di Washington, ed importantissimi, come Il martirio di San Sebastiano della Cattedrale di Palencia e l’Incoronazione della Vergine di Illescas.
Tutto il percorso espositivo è ispirato al mito di Arianna, riprendendo il labirinto per concentrare un nuovo sguardo sull’opera dell’artista e sulla sua formazione tra le capitali culturali del Mediterraneo. soprattutto sull’influenza dei grandi artisti italiani sulle sue opere, come Michelangelo e il Parmigianino, Correggio e Tiziano, Tintoretto e i Bassano.
Il tema del cambio di scala è evidenziato nel percorso, che parte dal Trittico di Modena fino al Battesimo di Cristo, oltre al ritorno alla concezione frontale delle opere di El Greco, tipica delle icone bizantine, con una concezione religiosa nuova .
La prima sezione si intitola Il bivio e affronta gli esordi del pittore e le sue produzioni cretesi, fino all’apprendistato a Venezia e Roma dove abbandonò la maniera greca per sposare la maniera latina. Nella seconda, Dialoghi con l’Italia, ci sono i suoi capolavori ispirati a Michelangelo, Tiziano e i Bassano, dove ogni quadro è legato da un filo artistico unico.
La terza, Dipingendo la Santità, racconta la prima fase di El Greco a Toledo dove, per via del mercato, si dedicò a scene religiose e dipinti devozionali.
Nella quarta sezione, L’Icona si illustra come l’artista tornò al sistema compositivo delle icone di Creta, sviluppando un approccio diretto con una profonda introspezione, concentrandosi sull’espressività dei gesti ma rimanendo nel tema devozionale.
Conclude la mostra una sezione dove c’è un omaggio all’unica opera mitologica realizzata da El Greco, nota come El Greco nel Labirinto, ancora oggi non del tutto interpretata.