“I Cccp non potevano che nascere a Reggio Emilia, la città più filosovietica del blocco occidentale”, ha detto Giovanni Lindo Ferretti, voce della band che, circa quarant’anni fa, con il primo EP Ortodossia, cominciò a cambiare la storia della scena punk italiana.
Sciolti nel 1990, poco dopo la caduta del muro di Berlino, da allora i Cccp sono sempre stati presenti nel panorama musicale italiano, dove le loro canzoni sono state reinterpretate, sono usciti documentari, libri, perfino tesi universitarie sulla loro musica.
La mostra ai Chiostri di San Pietro di Reggio Emilia sulla storia del Cccp , aperta fino all’11 febbraio 2024, stata ideata da Ferretti, insieme a Massimo Zamboni, Annarella Giudici, Danilo Fatur, che hanno dato vita a un’enorme esposizione-spettacolo che invade 28 stanze per un totale di 1800 metri quadri.
Annarella Giudici ha messo a disposizione le memorie, gli oggetti, i costumi di scena che ha conservato nel tempo, così le loro performance rivivono sugli schermi, gli slogan, i testi delle canzoni invadono gli spazi, come i titoli della carta stampata a loro dedicati,
Sono tanti i luoghi che si incontrano nel percorso espositivo, Berlino, la città dove tutto ebbe inizio, nel 1981, e poi Reggio, Carpi, Beirut, il mondo arabo, Urss e paesi satelliti, Cina, Mongolia, Kabul, fino a Fellagara, la casa dei primi Cccp, quella che ha potuto ascoltare in anteprima assoluta le loro prime canzoni.
All’ingresso, superata l’enorme scritta Felicitazioni, nel chiostro piccolo si trova una parata di 24 bandiere degli stati socialisti che non esistono più, nel chiostro grande una lastra originale del Muro di Berlino, dal quartiere Treptow, e una Trabant, circondati da cavalli di Frisia, mentre un cartello avverte Sie verlassen jetzt West Berlin” cioè State lasciando Berlino Ovest.
Il viaggio continua nelle sette sale del piano terra, con un omaggio a Luigi Ghirri, incaricato di rappresentare il disco finale Epica etica etnicae pathos e vi sono esposte tutte le 28 fotografie, in parte inedite, che Ghirri scattò a Villa Pirondini.
Al primo piano ci sono la Stanza della Grafica, l’incontro con la Storia, la stanza Amandoti, dove un’enorme installazione sonora riproduce l’unico inedito dei Cccp, , disponibile solo qui.
La mostra è stata promossa dal Comune di Reggio Emilia, Fondazione Palazzo Magnani, mentre il progetto è stato finanziato grazie ai Fondi Europei della Regione Emilia-Romagna.