Ogni anno nel periodo del Natale a Leggiuno, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, si tiene il Presepe Vivente di Santa Caterina del Sasso, molto amato da grandi e piccoli.
La manifestazione si tiene all’interno dell’Eremo di Santa Caterina del Sasso, che si trova su uno sperone roccioso che si affaccia sul Lago Maggiore.
Il Presepe Vivente di Santa Caterina del Sasso è uno degli eventi più popolari della zona, che attira migliaia di visitatori da tutta Italia e dall’estero su un percorso di circa 1,5 chilometri che attraversa l’Eremo. Il percorso è animato da circa 200 figuranti che interpretano le scene della Natività.
Tutte le scene del presepe sono ambientate nel Medioevo, dove i protagonisti indossano costumi dell’epoca e utilizzano attrezzi e strumenti di lavoro tradizionali tra effetti speciali e musiche natalizie.
Il Presepe Vivente di Santa Caterina del Sasso è un’esperienza che permette ai visitatori di immergersi nella storia della Natività in un luogo suggestivo e ricco di storia.
Quasi in un abbraccio silenzioso l‘Eremo di Santa Caterina del Sasso è un suggestivo monastero posto sulle rocce a strapiombo sul lago, sulla sponda lombarda del Lago Maggiore, conosciuto per essere uno dei luoghi più fascinosi e affascinanti del Verbano.
La sua storia, secondo la tradizione, inizia nel XII secolo, quando il mercante Alberto Besozzi di Arolo, scampato a un naufragio, durante una tempestosa traversata del lago, fece voto a Santa Caterina d’Alessandria, di ritirarsi per il resto della sua vita in preghiera e solitudine, in una grotta in quel tratto di costa dove approdò salvandosi.
Il complesso monastico sorse intorno al XIV secolo, dopo la costruzione delle due chiese dedicate una a San Nicolao e una seconda a Santa Maria Nova e venne inizialmente retto, anche se per un breve periodo, dai Domenicani, ai quali nel 1314 succedettero, fino al ‘600 i frati dell’Ordine di Sant’Ambrogio a Nemus. Attualmente sono presenti i frati francescani di Betania.
Dal 1914 il monastero è considerato monumento nazionale e nel 1970 fu acquistato dalla Provincia di Varese, che ne ha curato i complessi e costosi restauri, che hanno coinvolto anche la sovrastante cascina del Quiquio e la creazione di un ampio parcheggio.
La facciata della chiesa è decorata con un porticato rinascimentale con quattro archi, dove sono conservati i resti di un ciclo di affreschi attribuito a uno dei figli di Bernardino Luini, sulla sinistra invece, a strapiombo sul lago, si erge il campanile alto una quindicina di metri risalente al XIV secolo che in origine era quello della chiesa di San Nicolao.
Può essere raggiunto via lago oppure a piedi, scendendo una suggestiva scalinata di 268 gradoni in pietra, inoltre dal 2010 è attivo un comodo ascensore scavato nella roccia.