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Pittore, scultore e disegnatore dallo stile inconfondibile, Fernando Botero è stato  uno dei grandi maestri dell’arte contemporanea, grazie ad opere iconiche caratterizzate da volume, opulenza e abbondanza.

La sua produzione ora è al contro di una mostra presso il Museo della Permanente di Milano, Botero: Via Crucis che, fino al 4 febbraio 2024, ripercorre l’opera dell’artista colombiano esplorando il suo legame con la religione.

Inoltre la mostra milanese costituisce la prima rassegna postuma di Botero, dopo la sua recente scomparsa lo scorso settembre dove, attraverso sessanta opere, tra oli e disegni preparatori, l’esposizione analizza la tematica religiosa, cara al maestro fin dalla sua infanzia trascorsa in Colombia, dove le pratiche religiose sono molto radicate nella cultura e nell’iconografia.

Le forme e i consueti volumi eccessivi  del pittore stavolta esprimono il dolore, la passione e l’umiliazione subita da Gesù Cristo, lasciando da parte l’ironia per concentrarsi sulla pietas.

Botero crea così una Via Crucis moderna, in cui emergono elementi che accompagnano il contesto storico alla modernità, dove i soldati romani sono simbolo dell’autoritarismo, funzionando come strumenti di un governo oppressivo contemporaneo.

In opere come Il bacio di Giuda del 2010, Il Flagello del 2011 e Gesù cade la prima volta del 2011, Botero rappresenta i soldati romani nel processo di arresto, flagellazione e caduta di Cristo, ma personaggi come Giuda sono vestiti in abiti moderno, il colore verdastro, tra giacche, cravatte e orologi, dove la corruzione dell’animo è arrivata fino ai giorni nostri e tutti sono traditori.

Crucifixion del 2011 presenta un Cristo che si erge a Central Park, circondato dai grattacieli di New York, con il Citicorp Building sulla destra e l’Empire State Building sulla sinistra, che paragona in modo inequivocabile il mercantilismo americano all’imperialismo di Roma che domina le altre figure, che sono minuscole dalla prospettiva accentuata e manierista, evocando la grandezza divina che opprime e comanda.

In questa nuova interpretazione, la grandezza e della figura di Cristo simboleggia il potere, sia positivo che negativo e rihiamando l’iconografia di Ercole Farnese, una scultura greca nota per la sua circonferenza e forza, Botero suggerisce la potenza dell’animo umano.

Tuttavia, questi dipinti di Botero rievocano anche il passato dell’arte, infatti il verde utilizzato per la figura crocifissa di Cristo richiama le pale d’altare medievali tedesche, in cui il colore verde simboleggia il decadimento, in questo caso, forse, la perdita di fede.

La folla malvagia raffigurata in Gesù e la folla del 2010 omaggia le rappresentazioni di Hieronymus Bosch o James Ensor del 1889, ma Botero gestisce queste scene complesse con una sensibilità unica, evidente nelle linee morbide e delicate dei suoi disegni.

Prodotta da Next Exhibition, in collaborazione con l’Associazione Culturale Dreams e curata da Glocal Project e ONO Arte, l’esposizione arriva dalla città natale di Botero, Medellín e più precisamente dal Museo di Antioquia, a cui l’artista aveva donato la serie della Via Crucis per il suo ottantesimo compleanno.