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La ragazza che ebbe un ruolo fondamentale negli ultimi anni di vita di un gigante della letteratura mondiale…

Adriana Ivancich nacque a Venezia il 4 gennaio 1930, terzogenita del nobile Carlo Ivancich e di Dora Betti, membri di una famiglia discendente da armatori di Lussinpiccolo nel Quarnero, che viveva sulla gestione di fondi agricoli e di immobili a Venezia.

La famiglia Ivancich, leale al re fino all’8 settembre 1943, aiutò in più di un’occazione soldati alleati sbandati ed ebrei, infatti, se fratello maggiore Gianfranco fu un eroe della guerra d’Africa e della Resistenza. Adriana aiutò un aviatore australiano e fece da staffetta ai partigiani.

Nonostante la famiglia fosse uscita impoverita dal conflitto, Adriana fu mandata al Brillantmont di Losanna, in Svizzera, per migliorare il suo francese, in vacanza a Cortina e a Capri.

Adriana nel 1948 era una bellissima ragazza, che si occupava di iniziative caritatevoli e frequentava la migliore società veneziana, mentre la sua famiglia viveva in un palazzo progettato dal Sansovino in Calle del Rimedio, a Venezia, e in una grande villa a San Michele al Tagliamento, che però era stata quasi completamente distrutta dai bombardamenti alleati nel corso della guerra.

Anche i palazzi Ferro e Fini, adiacenti al palazzo Pisani che sarebbe poi diventato l’Hotel Gritti, appartenevano agli Ivancich.

Quei luoghi fecero poi da sfondo al romanzo Across the River and Into the Trees, di Ernest Hemingway, infatti Adriana fu  l’ispiratrice del libro e il modello per il personaggio di Renata.

Renata e il colonnello Cantwell, i personaggi principali, hanno gli stessi caratteri ed età di Adriana ed Ernest, quando i due si conobbero alle Quattro Strade di Latisana, nel dicembre del 1948, che divenne il luogo dove lo scrittore decise di aprire, e chiudere, la vicenda del romanzo.

Rispetto a Latisana, la casa di Adriana si trovava  oltre il fiume, il Tagliamento, tra gli alberi.

L’incontro tra Ernest e Adriana segnò per sempre i due, infatti lo scrittore ritrovò nell’amore per la ragazza l’ispirazione che si era inaridita con l’entrata in guerra degli Stati Uniti, che gli fece scrivere il controverso Across the River e soprattutto The Old Man and the Sea, vincitore del premio Pulitzer e del Nobel per la letteratura.

Inoltre Adriana si fece notare come autrice del volumetto di poesie Ho guardato il cielo e la terra,  apprezzato dallo scrittore Pier Antonio Quarantotti Gambini e pubblicato nella collana dello Specchio di Mondadori.

Adriana ed Ernest ebbero una relazione fino al 1955, tra le maldicenze scatenate dalla supposta identificazione di Adriana nella ragazza veneziana che in Across the River ebbe  un intermezzo erotico in gondola col colonnello.

Il forzato distacco tra Ernest e Adriana e la pubblicazione di The Old Man and the Sea furono  il culmine del successo letterario di Hemingway e l’inizio della discesa, per i due, verso una tragica fine.

Ernest, privato del sogno di tenere Adriana presso di sè e minato nella salute dal doppio incidente aereo del gennaio 1954, si chiuse lentamente nella depressione e la psicosi, fino al suicidio del 2 luglio 1961.

Nel 1976 Mary Welsh, quarta moglie di Hemingway, pubblicò How it was, una biografia di sè e del marito, dove la figura di Adriana apparve defilata e sbiadita.

Intanto Adriana sposò il conte tedesco Rudolf von Rex, da cui ebbe due figli, e nel 1980 pubblicò La Torre Bianca, per far luce sul vero rapporto che la legò a Hemingway.

Il 24 marzo 1983 Adriana si tolse la vita, a 53 anni, nella sua tenuta a Giardino, tra Capalbio e Ansedonia.

Oggi la tomba di Adriana von Rex Ivancich Biaggini si trova nel cimitero di Porto Ercole al Monte Argentario, nella zona riservata agli stranieri.