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In Iran lo strumento per calcolare il trascorrere degli anni è molto diverso da quello di quasi tutti gli altri Paesi, con l’eccezione dell’Afghanistan.

Mentre in Italia e si utilizza il calendario gregoriano, in Iran è usato il calendario persiano, davvero differente per concetto e precisione rispetto ai principali sistemi in uso nelle grandi civiltà.

Infatti i persiani furono tra i primi ad adottare un calendario solare, preferendolo a quello lunare usato da altri popoli, dall’origine  preislamica e che venne studiato da un gruppo di astronomi e scienziati nell’XI secolo come revisione di un antico metodo di misurazione.

Da allora vi sono state apportate alcune modifiche durante il regno di Jalāl ad-Din Malik Shah Seljuqi, da cui ebbe origine la denominazione di calendario di Jalāl.

L’attuale sistema è utilizzato in Iran dal 1925 e in Afghanistan dal 1957, anche se per un breve periodo l’Afghanistan ha seguito il calendario islamico.

Anche se poco diffuso, il calendario persiano è più preciso di quello gregoriano, che accumula un errore di un giorno ogni 3.226 anni, mentre quello persiano, deve essere corretto solo ogni 141.000 anni.

Su un ciclo di riferimento di 2820 anni, questo calendario conta 683 anni bisestili, per una lunghezza media dell’anno solare di 365,24220 giorni, con un’approssimazione più precisa rispetto all’anno sancito dal criterio gregoriano.

Come il calendario islamico anche quello persiano conta gli anni a partire dall’Egira, la migrazione di Maometto dalla Mecca a Medina.

L’equinozio di primavera del 622 d.C. è così il momento di riferimento per l’anno persiano, ma il conteggio rispetto a quello islamico differisce perché quest’ultimo si basa sull’anno lunare.

Il calendario persiano è formato  da 365 giorni suddivisi su 12 mesi, ma la loro durata è diversa rispetto a quella del gregoriano, dato che i  primi sei mesi hanno 31 giorni ciascuno, i successivi cinque mesi hanno 30 giorni ciascuno e l’ultimo mese ne ha solo 29, oppure 30 nel caso degli anni bisestili, calcolati secondo un sistema di intercalazione basato sull’osservazione dell’equinozio di primavera.

Il nuovo anno inizia con l’equinozio di primavera che, in quanto fenomeno naturale, è soggetto a variazioni,mentre il capodanno persiano è chiamato Nowruz e coincide con il primo giorno di Favardin, che si può verificare il 20, 21 o 22 marzo ed è la ricorrenza più importante dell’anno in Iran, nella quale si celebra il ritorno della primavera e si fa festa in tutto il Paese.

Nel calcolo del capodanno si deve considerare che se l’equinozio astronomico cade prima di mezzogiorno, allora quel giorno è il primo del nuovo anno ma, se l’istante dell’equinozio cade dopo mezzogiorno, sarà quello seguente il primo del nuovo anno.