qddzg7h02fbfyosrqkkl

Benjamin Sinclair Johnson era lo sprinter canadese al centro del più grande scandalo di doping nella storia dello sport a Seul nel 1988, che fu privato di medaglie e record il 5 marzo del 1993 dalla Commissione antidoping della Iaaf.

La carriera sportiva del velocista, nato in Giamaica e poi emigrato in Canada, era molto discussa dopo l’oro mondiale vinto nei 100 metri l’anno prima a Roma con 9″83, ma  il 24 settembre del 1988 dominò la finale olimpica di Seul, vincendo in 9″79 e lasciando di stucco campioni del calibro di Carl Lewis, Linford Christie e Calvin Smith, tutti sotto i 10 secondi.

Tre giorni dopo Johnson venne trovato positivo al doping, ma di quella gara ben otto finalisti circa sei nel corso della loro carriera vennero trovati positivi o al momento del ritiro ammisero l’uso di doping.

Johnson in seguito cercò di riaprire il caso sostenendo di essere stato vittima di un complotto architettato dagli americani per far vincere Lewis, ma poi  ammise di aver usato steroidi anche a Roma.

La federazione mondiale cancellò tutti i risultati del biennio 1987-1988 e Johnson venne  privato dell’oro iridato indoor dei 60 ad Indianapolis, di quello di Roma e di quello olimpico di Seul.

Dopo una squalifica di due anni, Johnson ritornò in pista nel 1991 e l’anno successivo alle Olimpiadi di Barcellona non andò oltre la semifinale.

Il 7 gennaio 1993, dopo una gara a Grenoble, Ben fu trovato positivo ad uno dei tre controlli antidoping ravvicinati effettuati in Canada per steroidi anabolizzanti.

Ad annunciare la squalifica a vita fu l’allora segretario della Iaaf, Istvan Gyulai che disse come  “secondo le regole Iaaf, per un secondo reato di doping, l’atleta non sarà idoneo a vita” mentre Carl Lewis  spiego che: “Non sono particolarmente sorpreso dal fatto che Johnson sia stato trovato ancora positivo, dopo quanto successo a Seul aveva di fronte a sè due strade: cercare di ottenere grandi risultati in maniera pulita oppure trovarsi un altro lavoro. Ha voluto barare di nuovo e sono contento che sia stato scoperto: ora è giusto che paghi”.

Nel corso degli anni tuttavia lo stesso Lewis rivelò che nel 1988 ai Trials di Indianapolis fu positivo tre volte per efedrina, pseudoefedrina e fenilpropanolamina perchè contenuta in un integratore alle erbe.