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Una delle figure femminili più importanti della Francia del Rinascimento…

Figlia di Jeanne de Batarnay e di Jean de Poitiers, Diana de Poitiers nacque nel 1499 e, all’età di 15 anni, sposò Louis de Brézé, Gran Siniscalco di Normandia. 

Diana venne poi nominata dama di compagnia della regina Claude di Francia, moglie del re Francesco I, di sua madre Luisa di Savoia e poi della sua seconda moglie, Eleonora d’Asburgo.

Nel 1531 il marito di Diana morì e, preoccupata per i suoi interessi finanziari e quelli dei suoi figli, assunse temporaneamente il titolo del suo defunto marito come Seneschale di Normandia e venne ammessa nell’entourage del principe Enrico d’Orléans, futuro re di Francia, sposato nel 1533 con Caterina de’ Medici.

Ben presto Diana divenne amica, confidente, poi amante e consigliera, del giovane principe.

Dopo l’incoronazione del 1547, Enrico II offrì a Diana di Poitiers i gioielli della corona, titoli come duchessa di Valentinois poi Étampes, la proprietà del castello di Chenonceau e un monogramma ambiguo, dato che i due semicerchi che circondano la H maiuscola possono essere interpretati come C o D – Caterina/Diana.

Mentre il grado dell’influenza di Diana sul re è ancora oggi difficile da stimare, la donna  condivideva l’ostilità di Enrico nei confronti del protestantesimo, che durante il suo regno fu soppresso.

La moglie ufficiale, Caterina de’ Medici, non potette che svanire di fronte a Diana, soprattutto perché quest’ultima era onnipresente, dato che  sua figlia Françoise era responsabile della residenza della regina.

Di fronte alle voci di sterilità della coppia reale, Diana spinse il suo amante a moltiplicare le visite alla moglie che gli diede dieci figli in venticinque anni di matrimonio.

Quando Enrico II fu ferito da una scheggia nell’occhio durante un torneo nel 1559, Caterina de’ Medici proibì qualsiasi visita di Diana al suo capezzale e, quando il re morì pochi giorni dopo, all’amante fu impedito di partecipare al funerale.

La regina vedova chiese alla rivale di restituire il castello di Chenonceau e i gioielli della corona, ma Diana ottenne in cambio il castello di Chaumont-sur-Loire.

 Fu nel castello di Anet, ereditato dal marito e che si era impegnata a ricostruire, che Diana morì nel 1566 all’età di 66 anni.

Al tempo di Francesco I, la corte era ancora itinerante e i castelli preferiti di Diana di Poitiers erano quello di Anet dove morì, e quello di Chenonceau, dono del suo amante, oggi soprannominato il castello delle Dame.

Del primo, rimane solo l’ala sinistra perché il resto è stato distrutto durante la Rivoluzione e, nel secondo, intraprese importanti opere, tra cui i giardini che portano il suo nome e il ponte che attraversa il Cher.