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Fino al 22 marzo a Torino Edge Art Space presenta Eleonora Rinaldi in Spumes of Flowers, dove la giovane artista individua nella poesia Le Bateau Ivre di Arthur Rimbaud la principale fonte di ispirazione per un progressiva indagine pittorica.

La scelta dei soggetti parte da fotografie ritagliate da libri, riviste, o ancora dal web, dove si creano delle interconnessioni intuitive tra loro che la Rinaldi riconosce come funzionali alla sua pratica e da qui ha luogo il primo step, che è il disegno.

Solo in seguito prende forma il dipinto, che parte dalla traccia per poi tradurre, insieme al gesto marcato, gli spazi bianchi potenziali, infatti la stesura del colore a livelli si accompagna ad un costante lavoro di applicazione e rimozione che viene consentito dalla base di gesso e resina.

Nella mostra, proprio come Rimbaud, si propone un viaggio emozionale sospeso tra realtà ed evasione, tumultuoso e allucinatorio al tempo stesso, dove  la pittrice racconta di una relazione immaginaria tra umano e natura di un paesaggio interiore intrinsecamente irrisolto ma ricco di tensione verso una possibile riconciliazione.

Qui si scorge una visione ma sempre meno surreale e inquietante rispetto all’autore simbolista, che per esempio riconosce nel ricordo un ostacolo alla catarsi, raggiungibile sempre e solo attraverso la fuga dalla ragione.

La Rinaldi, dissociandosi da questo pensiero, filtra positivamente l’elemento della memoria, il quale diventa perno costitutivo del suo approccio e ha detto “Da bambina, mio nonno portava noi nipoti a fare avventure nei campi e nei boschi, in cui raccoglievamo fiori e catturavamo grilli e lucertole.

Questi momenti sono sempre rimasti impressi nella mia memoria come qualcosa di magico e separato dalla quotidianità. In un certo senso dipingere mi fa ritornare a quei momenti di meraviglia, potenziandoli di un esotismo che li spinge ancora più lontano.”

Rimbaud e Rinaldi sembrano dunque rispecchiarsi, trovando seppur nella distanza di secoli svariati elementi di correlazione dialettica, per quanto riguarda la costruzione di un immaginario denso di evocazioni visive e cromatiche, che si trasforma a sua volta in suggerimenti di tipo uditivo, olfattivo, gustativo, tattile, suscitando in chi osserva un inedito stupore al punto da cogliere in prima istanza gli autori stessi.