alassio

L’undicesima edizione della Granfondo di Alassio, tra le più note corse internazionali di ciclismo su strada per amatori, si terrà domenica 10 marzo con partenza dal famoso Muretto di Alassio e arrivo al Santuario di Madonna della Guardia.

I due percorsi della Granfondo Internazionale Alassio saranno di 65 km e 106 km,  avranno inizio da Corso Dante Alighieri e termineranno in cima al Santuario della Madonna della Guardia, con un arrivo in salita a picco sul mare, da cui sarà possibile scendere fino a tornare al quartier generale di gara, dove si svolgeranno le premiazioni.

Alassio venne fondata nel X  secolo,  quando nei pressi della chiesetta di Sant’Anna ai Monti sorse il primo nucleo e oggi, sulla collina presso la borgata Madonna delle Grazie,  si può ancora vedere uno dei più antichi stemmi della città.

Il feudo era dei monaci Benedettini provenienti dall’isola Gallinara e poi passò sotto il controllo di Albenga che lo amministrò fino al XVI secolo.

Ceduto alla Repubblica di Genova, Alassio partecipò nel 1528 alla guerra contro la Francia e ottenne da Genova ampie autonomie specie nel settore economico.

Nel 1540 divenne sede della locale podesteria e degli scambi commerciali con la Francia, Spagna, Portogallo, Sicilia, Sardegna e Paesi Bassi, infatti fu particolarmente attiva la raccolta e il commercio del corallo rosso.

Alassio partecipò alla battaglia di Lepanto del 1571 con un’intera flotta navale e nel 1625 entrò in possesso dei Savoia,  ma fu riconquistata dalla repubblica genovese.

Nel 1797 Napoleone Bonaparte occupò il comune durante la campagna d’Italia e inglobò il territorio nella nuova Repubblica Ligure annessa al Primo Impero francese.

La città nel 1815 entrò a far parte del Regno di Sardegna e dal 1861 del Regno d’Italia, poi divenne un importante centro turistica, con Portofino e Sanremo.

Simbolo della sua storia è Muretto di Alassio, che si trova in corso Dante Alighieri di fronte allo storico Caffè Roma, ideato dal proprietario del locale Mario Berrino in collaborazione con Ernest Hemingway.

Berrino aveva l’abitudine di raccogliere gli autografi degli esponenti del jet-set in vacanza ad Alassio, e vedere il muretto davanti al suo locale così spoglio e poco curato gli fece venire in mente un’idea, mentre Hemingway lo aiutò a riportare le firme raccolte sul suo libro degli autografi su piastrelle in ceramica colorata, ciascuna utilizzata come decorazione.

L’attività di decorazione del muretto durò a lungo, e oggi ci sono circa mille firme sulle sue piastrelle, che rendono il Muretto di Alassio un grandioso monumento a cielo aperto.

Tra le firme ci sono cantanti  come Adriano Celentano, Antonello Venditti, Claudio Villa, Fabrizio De André, Domenico Modugno e Louis Armstrong, attori e registi del calibro di Carlo Verdone, Dario Fo e Woody Allen, del mondo dello sport come Adriano Panatta, Alberto Tomba, Christian Panucci e Fausto Coppi e dei grandi poeti e scrittori che nel tempo sono passati da Alassio come il poeta francese Jacques Prévert e l’italiano Salvatore Quasimodo.

Il Muretto di Alassio si è anche arricchito anche di altri elementi, come la statua in ferro dei due innamorati che simboleggia l’amore.