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Il Mercatino Regionale Francese, con i suoi profumi, sapori e colori d’oltralpe torna ad Abbiategrasso in piazza Castello, nel weekend che va dal 1 al 3 marzo, proposto da un gruppo di operatori commerciali francesi che hanno maturato un’esperienza internazionale in questo settore.

La tipicità del prodotto e la professionalità degli espositori ha permesso al Mercatino, in questi anni, uno sviluppo in termini di proposte e delle località che lo hanno ospitato, tanto da arrivare, nel 2022, in oltre 25 città dell’Italia centro-settentrionale.

L’evento, collocato nei centri storici per vivacizzarli, da anche un impulso al commercio locale, in una mescolanza di profumi e di colori che lo rende molto particolare e caratteristico.

Tutti i prodotti artigianali arrivano dalla Provenza e dalla Costa Azzurra: tovaglie, saponi, lavanda, essenze e borse in paglia, mentre da Parigi ci sono  profumi, cosmetici e un’ampia gamma di accessori moda.

I prodotti legati all’enogastronomia francese sono il cuore del mercatino, sono 80 i tipi di formaggio presenti, dal Mont d’Or, con la confezione di legno, al Rocamadour del Midi Pyrénéés, dal Camembert della Normandia, al Brie della Ile de France e i vini sono in oltre 30 varianti, dallo Champagne al Bordeaux fino al Sidro.

I salumi hanno dei tipi di produzione che abbinano spezie ed erbe aromatiche e l’offerta dei biscotti Bretoni può contare su oltre venti varietà di ripieno, dal cocco al sesamo, dal cioccolato al limone. Un gran numero di colori è nello stand delle spezie che provengono, nella maggior parte dei casi, dalle ex colonie francesi.

Immancabile è lo spazio dedicato alle crepes e alla gastronomia, da degustare calde, oltre alla baguette, calda e appena sfornata, mentre i forni della Boulangerie preparano anche croissant e pasticceria da forno in uno stand di oltre 12 metri.

Il nome di Abbiategrasso ha origini celtiche e latine, che attraverso le traslitterazioni portarono al nome attuale e potrebbe derivare dal celtico Abia, che vuol dire acqua, + atis, che è una desinenza toponomastica, per cui la traduzione sarebbe Luogo d’acqua, che corrisponde alle caratteristiche del territorio, dato che la città sorge vicino al Ticino e sulla cosiddetta Linea dei Fontanili, punto di incontro di tutti i corsi sotterranei della Pianura Padana.

In epoca romana il nome celtico fu  latinizzato probabilmente in Habiate, a cui fu aggiunto il titolo di Grassus, dovuto al fatto che il borgo si trovava in quella che era denominata la valle grassa, cioè quella  fertile, poi  i due nomi vennero uniti nell’attuale Abbiategrasso.

Abbiategrasso venne abitata dai Celti a partire dal VI secolo a.C., cui seguirono dal IV secolo le popolazioni galliche che provenivano da oltralpe.

Lo sviluppo maggiore si ebbe solo in epoca romana, soprattutto lungo la via mercantile  della Strada Mercatorum, oggi Strada Mercadante) che scorreva parallela al fiume Ticino.

Alla caduta dell’Impero Romano d’Occidente il territorio della città subì le invasioni barbariche, con l’insediamento dei Longobardi, e successivamente, una serie di  razzie delle tribù ungare tra la fine del IX secolo e l’inizio del X secolo.

Nel 1034 Abbiategrasso era un possedimento dell’Arcivescovo di Milano, a cui si deve la costruzione del primo avamposto di difesa, distrutto nel 1162 dalle truppe di Federico Barbarossa.

Il borgo, che fino a quell’epoca si era sviluppato attorno alla Chiesa di San Pietro, fu poi esteso verso sud, dove nelle vicinanze dell’attuale Chiesa di Santa Maria Vecchia sorgeva un piccolo castello.

Negli anni successivi Abbiategrasso divenne parte dei domini del contado della città di Milano, governata dai Visconti, che iniziarono una serie di opere per fortificare il borgo e nel 1381 venne costruito il Castello Visconteo, collocato nel centro della città.

Con il XV secolo Abbiategrasso giocò un ruolo determinante nella presa del potere da parte di Francesco Sforza, che durante l’assedio di Milano, decise di accanirsi sulla città per attaccare indirettamente il capoluogo lombardo, deviando le acque che giungevano ai suoi mulini e privandola dei rifornimenti di grano.

Dopo la caduta del domino sforzesco Abbiategrasso fu parte della resistenza e della capitolazione del contingente francese contro l’avanzata dell’imperatore Carlo V, che entrò in città nel 1533 per raggiungere il Ducato di Milano, che passò sotto l’influenza spagnola.

Negli anni del Risorgimento Abbiategrasso fu luogo di incontro durante gli avvenimenti della Prima Guerra di Indipendenza Italiana, ricoprendo così un ruolo strategico per l’Unità d’Italia e in quel periodo la città cominciò la sua crescita grazie allo sviluppo industriale.