Marzo, il mese in cui il freddo dell’inverno se ne va per lasciare spazio alla primavera, come raccontano le filastrocche è visto come il mese più pazzo dell’anno, quando le temperature e il clima cambiano di continuo,
Nel calendario gregoriano viene indicato come il terzo mese dell’anno, un tempo però era considerato il primo mese dell’anno, per la precisione nell’antica Roma, dove il primo marzo corrispondeva quindi al primo giorno dell’anno, aprile era poi il secondo mese, maggio il terzo e giugno il quinto.
Il primo marzo s’inaugurava così l’anno nuovo e si salutava il precedente attraverso alcuni riti, con l’occasione si spegneva il fuoco del santuario della dea Vesta, si utilizzava l’acqua sacra della moglie del dio Giano, la cui festa ricadeva proprio durante quel giorno, poi se ne accendeva uno nuovo, che sarebbe stato poi spento solamente l’anno dopo.
Fino al 46 A.C. a Roma esisteva il calendario romano, che indicava il primo marzo come primo giorno dell’anno ma, grazie a Giulio Cesare e alle sue riforme, alcune cose sono cambiate, tra cui anche il nome del calendario, che da romano è diventato giuliano .
Marzo era un mese molto importante nell’arco di un anno, simboleggiava il ritorno della vita dopo un periodo di morte e di tenebre dovuto all’inverno ed era anche il periodo in cui la dea Cerere poteva riabbracciare la figlia Proserpina per qualche mese, prima di tornare negli inferi insieme al marito Plutone.
La parola marzo deriva infatti dal latino Martius che corrisponde a Marte, il dio romano della guerra e per questo motivo in quel momento si apriva la stagione della guerra, che si sarebbe poi chiusa solamente a ottobre.
Marte però era anche il dio del raccolto della primavera, della pioggia e dei fulmini, per questo motivo a lui fu dedicato il mese di marzo.
Le leggende raccontano che Marte era il padre di Romolo e Remo, nati dal legame della divinità con la sacerdotessa Rea Silvia ed era così necessario dedicargli il primo mese dell’anno.