Oggi celebriamo l’anniversario di un evento storico che ha segnato la storia dell’Europa e dell’economia mondiale: l’entrata in vigore del Sistema Monetario Europeo (SME).
Era il 13 marzo 1979 quando il SME entrò in vigore, sottoscritto dai paesi membri dell’allora Comunità Economica Europea, con l’eccezione del Regno Unito, che entrò nel 1990.
Il SME fu un accordo monetario europeo nato per il mantenimento di una parità di cambio prefissata, che poteva oscillare entro una fluttuazione del ± 2,25% (del ± 6% per Italia, Gran Bretagna, Spagna e Portogallo), avendo a riferimento un’unità di conto comune, l’ECU.
Il SME fu istituito su impulso del presidente francese Giscard d’Estaing e del cancelliere tedesco Helmut Schmidt e venne concepito alla luce del decennio precedente caratterizzato da una forte inflazione in Europa e nei paesi occidentali, con la volontà dunque di garantire la stabilità dei cambi valutari.
L’accordo prevedeva che nel caso di eccessiva rivalutazione o svalutazione di una moneta rispetto a quelle del paniere, il governo nazionale doveva adottare le necessarie politiche monetarie che ristabilissero l’equilibrio di cambio entro la banda. Il sistema prescriveva inoltre che ogni Stato membro conferisse a un fondo comune il 20% delle riserve in valuta e in oro.
In seguito alle turbolenze che nel 1992 avevano colpito il meccanismo di cambi, l’accordo fu revisionato nel 1993 con l’allargamento degli Accordi europei di cambio, che portarono a un innalzamento dei margini di oscillazione della valuta fino al ± 15%, un maggiore coordinamento delle politiche monetarie, e l’ulteriore liberalizzazione dei movimenti di capitale.
Oggi, mentre celebriamo questo anniversario, riflettiamo sull’importanza di questi eventi storici che hanno segnato la strada verso l’Unione economica e monetaria dell’Unione europea. Il SME è stato un passo fondamentale verso l’integrazione economica europea, un simbolo di unità e cooperazione che continua a influenzare le politiche economiche e monetarie dell’Unione europea.