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L’unione tra arte, attivismo e biologia è il cuore della mostra Cristina Mittermeier. La grande saggezza, la prima retrospettiva europea dedicata all’artista e scienziata di origini messicane che attraverso la fotografia celebra la bellezza del nostro pianeta e delle diverse culture e tradizioni dei popoli indigeni che lo abitano, che si tiene presso  Gallerie d’Italia a Torino fino all’1 settembre, 

Cristina Mittermeier è nata a Città del Messico nel 1966 e , dopo aver conseguito la laurea in ingegneria biochimica e scienza marine, ha deciso di intraprendere un nuovo percorso frequentando il programma di Fine Art Photography presso il Corcoran College for the Arts di Washington.

A partire da quel momento si dedica alla fotografia, nella quale traspone le sue conoscenze scientifiche connotando la sua ricerca con una forte impronta ecologista e nel 2005 ha fondato l’International League of Conservation Photographers (IIcp), a supporto di chi si dedica alla fotografia di conservazione, un termine da lei stessa cognato, e nel 2014 ha co-fondato, insieme a Paul Nicklen e Andy Mann, SeaLegacy,  un’organizzazione non profit allo scopo di promuovere la consapevolezza ambientale e ripopolare l’oceano.

Gli scatti della Mittermeier, caratterizzati da un’innata propensione per lo storytelling visuale, si rivelano un forte strumento di sensibilizzazione in grado di raggiungere un pubblico variegato e spesso estraneo all’ambiente delle arti.

Nella sua produzione si nota il legame con gli oceani, tramite le suggestive immagini della fauna selvatica in Artide o dei capodogli giganti che si immergono negli abissi marini, oltre al bisogno di documentarne le abitudini e l’esistenza per non perderne traccia, in caso soccombano a causa dell’inquinamento e dei cambiamenti climatici.

La fotografa ha avviato anche un’indagine sulle popolazioni indigene, raccogliendo tracce delle tradizioni, dei rituali e dei saperi tramandati di generazione in generazione.

Attingendo dalle conoscenze e dalle antiche pratiche portate avanti dalle culture incontrate sul suo percorso, l’artista propone di adottare l’idea di enoughness, cioè una connessione intima con il mondo, con gli altri esseri viventi, confermando l’impatto delle scelte quotidiane sul pianeta e il clima.

Il titolo della mostra deriva proprio dalla consapevolezza dimostrata dalle culture primitive, evidenziando la distanza del mondo di oggi dall’armonia con l’universo naturale.

Lontanissime dalle stereotipizzazioni legate alle comunità indigene, le fotografie restituiscono voce a queste persone, offrendo l’opportunità di osservare il mondo attraverso i loro occhi.

Inoltre, affascinata dalla relazione tra essere umano e acqua, Mittermeier ha vissuto per un lungo periodo in Amazzonia fotografando le vite che si sono sviluppati intorno al Rio delle Amazzoni e diventando l’autrice di alcuni tra gli scatti subacquei più belli mai realizzati.