Il re che fu testimone della fine del Rinascimento francese…
Enrico IV di Borbone nacque il 13 dicembre 1553 a Pau, allora capitale del Viscontado di Béarn, figlio di Antonio di Borbone, duca di Vendôme, e Giovanna III, regina di Navarra, divenne Principe di Viana il 6 marzo 1554 quando fu battezzato nella cappella del castello dal vescovo di Rodez, d’Armagnac.
Il principe crebbe nel castello di Coarraze, entrando a contatto con la vita e le condizioni dei contadini francesi.
Nel 1572, alla morte della madre, Enrico divenne sovrano del Regno di Navarra e della contea di Foix, assumendo il nome di Enrico III di Navarra, mentre Caterina de’ Medici lo spinse a sposarsi con Margherita di Valois, sorella di Carlo IX di Francia.
Nel 1576 il re sfuggì volontariamente alla stretta sorveglianza cui è sottoposto, riappropriandosi della guida della fazione protestante, ritrattando così l’abiura forzata.
Con la pace di Beaulieu, nel maggio del 1576, che concede una momentanea libertà di culto e otto piazzeforti ai protestanti, Enrico ebbe la conferma della sua carica di governatore di Guienna, ereditata dal padre, facendola divenire un focolaio protestante all’interno del regno.
Il matrimonio con Margherita di Valois fu dichiarato nullo nel 1599 e il re sposò Maria de’ Medici, il 5 ottobre 1600, figlia di Francesco I de’ Medici granduca di Toscana e di Giovanna d’Austria, da cui ebbe sei figli, Luigi, Elisabetta, Maria Cristina, Nicola Enrico, Gastone, Enrichetta Maria.
In politica estera l’obiettivo di Enrico era di ridare alla Francia l’antico posto di potenza continentale che aveva avuto un tempo, trovando nell’intesa con le potenze protestanti, un modo per contrastare l’egemonia asburgica.
Con il conflitto del maggio 1596 fu conclusa un’alleanza tra le potenze protestanti, cioè tra Francia, Inghilterra e Province Unite, contro il predominio asburgico.
Nel settembre 1597 Enrico IV riprese Amiens, occupata dagli spagnoli nel marzo dello stesso anno.
La pace di Vervins tra Francia e Spagna venne stipulata il 5 maggio 1598 e conduce alla liberazione del territorio francese dalla truppe straniere.
Per la politica economica, Enrico IV si affidò al Ministro delle Finanze, Massimiliano di Béthune, duca di Sully, che riuscì a realizzare l’opera di ricostruzione interna in una Francia stremata da trent’anni di guerre civili.
Enrico IV morì in agguato, a Parigi, il 14 maggio 1610, all’età di 56 anni, per mano di François Ravaillac, fanatico cattolico.
Il corpo imbalsamato del re fu sepolto nella Basilica di Saint-Denis.
Nel 1793, durante la rivoluzione francese, la tomba viene aperta e ne fu asportata la testa, di cui si perdono le tracce fino ai primi anni del XXI secolo, quando viene rinvenuta nel 2008 dopo un’indagine condotta da due giornalisti francesi e nel 2012 uno studio dell’Istituto di biologia evolutiva di Barcellona ha confermato che il teschio scoperto era quello del re ricorrendo alla comparazione genetica tra il Dna della mummia reale e quello del sangue di Luigi XVI.