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Alle Olimpiadi di Roma 1960 ebbe inizio la carriera di uno dei più grande pugili di tutti i tempi…

Cassius Clay alias Muhammad Ali nacque il 17 gennaio 1942 a Louisville, Kentucky e iniziò  il suo lungo viaggio nel  mondo della boxe per caso, dopo essere capitato in una palestra mentre, bambino, era alla ricerca della sua bicicletta rubata.

Iniziato alla boxe da un poliziotto di origini irlandesi, a dodici anni il futuro campione del mondo Cassius. cominciò ben presto a raccogliere trionfi nelle categorie dilettantistiche e divenne campione olimpico a Roma nel 1960, ma negli Stati Uniti d’America il dramma della segregazione razziale li spinse a prendersi a cuore i giovani afroamericani delle classi più povere .

Proprio a causa di un episodio di razzismo il pugile arriverò a gettare il proprio oro olimpico nelle acque del fiume Ohio e solo nel 1996 ad Atlanta il Comitato Olimpico Internazionale  gli riconsegnò una medaglia sostitutiva.

Allenato da Angelo Dundee,  Cassius Clay cominciò a farsi conoscere anche per le sue dichiarazioni provocatorie, esercitando un fascino immediato sul pubblico, sempre più avido di notizie e di informazioni sulla sua attività.

Immediatamente dopo aver conquistato la corona dei pesi massimi, Cassius annunciò di essersi convertito all’Islam e di aver assunto il nome di Muhammad Ali.

Quando ricevette la chiamata alle armi nel 1966 il grande puglie si definì obiettore di coscienza rifiutandosi di partire per il Vietnam e venne condannato da una giuria composta di soli bianchi a cinque anni di reclusione.

Il campione decise di ritirarsi e fu attaccato per il suo impegno nelle lotte condotte da Martin Luther King e Malcolm X, poté tornare a combattere nel 1971 quando fu assolto grazie a una irregolarità nelle indagini svolte.

Alì perse la sfida con Joe Frazier ai punti, ma riuscì a tornare campione del mondo AMB nel 1974 mettendo al tappeto George Foreman a Kinshasa, in un incontro oggi ricordato come uno dei più grandi eventi di sempre.

Da quando nel 1978 il giovane Larry Holmes lo sconfisse per K.O. tecnico all’11a ripresa, iniziò la parabola discendente di Muhammad Ali, che disputò il suo ultimo incontro nel 1981 e da allora iniziò a impegnarsi sempre più e nella ricerca della pace.

Nel 1991 Ali si recò a Bagdad per parlare personalmente con Saddam Hussein, allo scopo di evitare la guerra con gli Stati Uniti.

Colpito negli ultimi anni di vita dal morbo di Parkinson, Muhammad Ali commosse l’opinione pubblica di tutto il mondo alle Olimpiadi americane di Atlanta 1996,  accendendo la fiamma olimpica che inaugurava i giochi.

Il grande atleta, dotato di un carattere d’acciaio, non si fece sconfiggere dalla malattia e continuò a combattere le sue battaglie di pace, in difesa dei diritti civili, rimanendo un simbolo per la popolazione di colore americana.

Muhammad Ali morì il 3 giugno 2016 a Phoenix, all’età di 74 anni, ricoverato in ospedale a causa dell’aggravarsi delle sue condizioni.