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Nel calendario romano, aprile era il mese dedicato principalmente a Venere, Dea della bellezza e dell’amore, ma anche a Cerere, Dea della terra e della fertilità, a Tellus, protettrice della fecondità, a Pale, protettrice degli allevatori e del bestiame, a Robigo, Dea della ruggine del grano e a Flora, Dea della fioritura, cui venivano tributate feste solenni, che comprendevano i Ludi Megalenses, dal 4 al 10 del mese.

Il primo giorno di Aprile, (Veneralia), le matrone tenevano dei  riti segreti in onore di Venere Verticordia per acquisire le arti dell’amore ma anche per difendersi dalle passioni nate fuori dal matrimonio e il 12 segnava l’inizio dei Cerealia, cioè otto giorni dedicati a Cerere per invocare l’abbondanza della terra.

Il 15, giorno dei Fordicidia ,  i Pontefici offrivano a Melluso delle vacche pregne per chiedere prosperità e il 21, che era Dies Natalis Romae,  cadevano anche i Palilia, in onore di Pale, in cui le greggi venivano purificate attraverso precisi rituali.

I Robigalia erano una festivistà antico-romana che si svolgeva il 25 aprile,  dedicata a Robigus, Dio della Ruggine del Grano e/o a Robiga, sua consorte, che gli autori più antichi indicavano divinità come maschile ma in età imperiale, a partire da Ovidio, la percepirono come femminile.

La Dea Robigo rientrò tra tutte quelle divinità femminili festeggiate in aprile e assimilate nel culto della Grande Madre Cibele, per far corrispondere il genere della divinità con quello del nome robigo-robiginis, che in latino è femminile.

In aprile le spighe del grano cominciano a formarsi, così in quel giorno i romani organizzavano una solenne processione dove una lunga colonna di persone vestite di bianco, guidate dal flamine quirinale si dirigeva al bosco sacro di Robigus, locato al quinto miglio della via Clodia.

Nel bosco il sacerdote sacrificava una cagna e una pecora di due anni, chiedendo alla divinità di assicurare dei buoni raccolti e di non far ammalare il grano, poi la festa si concludeva con delle corse e altri giochi ginnici in onore della divinità.

Ovidio racconta che il sacrificio di un cane era necessario in quanto Robigo era una divinità infere e l’animale era appunto legato a questo contesto e quando Sirio, la Stella del Cane, appare in cielo iniziava la stagione calda con il pericolo che le messi maturino troppo presto. Questo pericolo andava ovviamente scongiurato.

I Robigalia passarono poi nel Cristianesimo attraverso le Rogazioni maggiori che si tengono il 25 aprile  con preghiere, atti di penitenza e processioni propiziatorie sulla buona riuscita delle seminagioni.

Aprile si chiudeva  con le feste Floralie dove  venivano compiuti riti pubblici nel segno della gaia licenziosità tra spettacoli teatrali e divertimenti di ogni sorta.