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Un’italiana che cambiò per sempre la Francia del Rinascimento…

Caterina Maria Romula di Lorenzo de’ Medici nacque  il 13 aprile 1519 a Firenze da Lorenzo de’ Medici duca di Urbino e Maddalena de la Tour d’Auvergne e Lorenzo il Magnifico fu suo bisnonno. Sull’educazione della giovane Caterina ci furono le prime dispute tra Francesco I, intenzionato a farla allevare in Francia, e Papa Leone X, d’altra opinione.

Caterina ebbe alla fine  un’educazione sotto l’egida papale, vivendo con la nonna Alfonsina Orsini e, come unica erede della casa medicea,  assunse il titolo di Duchessa di Urbino.

Nel 1523 Giulio de’ Medici, parente alla lontana di Caterina, fu eletto papa con il nome di Clemente VII e, come alleato con i francesi, iniziò a pensare per la giovane erede a un vantaggioso matrimonio con la casata dei Valois, all’epoca sul trono di Parigi.

Dopo un periodo di rivolte a Firenze, terminate con la repressione pontificia, i piani per l’unione di Caterina proseguirono e il re di Francia Francesco I la propose al secondogenito Enrico, Duca d’Orléans.

Caterina a soli 13 anni iniziò a studiare il francese, che arrivò a parlare fluentemente il giorno del matrimonio, celebrato il 28 ottobre 1533 con grande sfarzo a Marsiglia.

A dispetto della morte di Papa Clemente VII, che rese di fatto inutile il matrimonio, Caterina fu accolta favorevolmente a corte, in particolare dalle sorelle del marito, tra cui Margherita di Navarra. Caterina ideò la nascita della cavalcata all’amazzone, per potersi unire liberamente alle battute di caccia del suocero, con cui dimostrò di andare pienamente d’accordo.

La corte fu ben presto stupita dalla vasta cultura dimostrata dalla giovane, in grado di parlare fluentemente italiano, francese e latino.

In seguito alla morte del delfino di Francia Francesco di Valois-Angoulême, figlio di Francesco I, avvenuta il 10 agosto 1536, Enrico e Caterina divennero i nuovi eredi al trono.

Il matrimonio e l’educazione dei figli vennero influenzati dalla presenza della favorita Diana di Poitiers, amante di Enrico ma al tempo stesso responsabile della felicità dell’unione tra i due regnanti.

Al momento della morte del marito Enrico II, avvenuta il 10 luglio 1559, Caterina iniziò  a vestirsi solo di nero in segno di lutto.

Ma Caterina ha introdotto altre innovazioni, tra cui l’utilizzo della forchetta presso la corte di Francia e fede venire a Parigi cuochi da Firenze dando un importante impulso alla nascita di una cucina di corte, oltre ad  arrangiare matrimoni e alleanze favorevoli per i figli, sui quali esercita un’ingerenza particolarmente forte nel regno di Carlo IX, durante il quale la regina madre s’impegnò per riuscire a far convivere cattolici e ugonotti, i sostenitori della fede protestante.

Preoccupata per la crescente importanza del leader protestante Ammiraglio di Coligny, ma soprattutto delle latenti tensioni con le fazioni cattoliche più determinate, come quelle guidate dalla casata dei Guisa, Caterina mise in atto una politica di conciliazione, con la promessa di dare in sposa la figlia minore, Margherita di Valois, a Enrico di Navarra, della dinastia dei Borboni e di fede calvinista.

Tuttavia, resasi conto dell’impossibilità di mediare in modo pacifico, acconsente infine all’esecuzione dei capi ugonotti, giunti a Parigi per le nozze della figlia, in quella che fu  conosciuta come Notte di San Bartolomeo.

Da quel momento la reputazione di Caterina fu per sempre macchiata, anche se negli anni del regno del secondo figlio, Enrico III, continuò instancabilmente a cercare la concordia tra le due parti.

Caterina de’ Medici morì  il 5 gennaio 1589 presso il Castello di Blois, all’età di 69 anni.

Poiché la basilica di Saint-Denis a Parigi era nelle mani dei congiurati, Caterina fu sepolta a  Blois e venne tumulata a Saint-Denis ventidue anni dopo.