forse ultima foto di Norma in Poggio

Una donna che non ebbe paura di lottare per un mondo migliore…

Norma Parenti nacque il 1 giugno 1921 a Massa Marittima, figlia di Estewan Parenti, e Roma Camerini.

Da ragazza Norma aderì all’organizzazione semiclandestina Azione Cattolica, entrando a far parte del Circolo Santa Giovanna D’Arco,  operante nell’ospizio Santa Chiara.

A partire dal 1941 Norma visse per un anno nel ritiro spirituale Villa Santa Regina a Siena, e nel marzo 1942 nella Compagnia delle figlie dimesse di Santa Angela Merici con l’intento di entrarvi, ma poi abbandonò il proposito.

Infatti nell’estate del 1942 la giovane si fidanzò con Mario Pratelli, proveniente da Agordo, che sposò il 31 marzo 1943 e il 29 dicembre nacque Alberto Mario Pratelli.

Dopo l’8 settembre 1943 Norma decise di impegnarsi come staffetta partigiana e propagandista antifascista, esponendosi per questo a rischi sempre maggiori.

In paese distribuiva i volantini del Comitato di Liberazione Nazionale, anche davanti alle case dei fascisti locali, e quando li incrociava non abbassava mai lo sguardo.

Nel magazzino di suo padre, nel centro della cittadina, Norma dava rifugio ai partigiani braccati e a tutte le persone perseguitate dal regime fascista, ricercati politici, ebrei e disertori, nascondendoli nel fienile sul retro del magazzino e, con un macchinario sistemato al piano di sopra,  stampava i volantini di propaganda antifascista.

Quasi ogni giorno la giovane portava ordini al comando partigiano, trovava rifugio per i soldati stranieri, forniva loro cibo e cure mediche e in molte occasioni li accompagnava alla macchia.

Con le sue attività Norma si attirata l’odio di molti concittadini e i fascisti locali l’avevano presa di mira da tempo.

Con i nazisti in ritirata non era più necessario correre rischi, eppure Norma non esitò ad avvertire il Comando partigiano quando venne a sapere dei preparativi di nuovi rastrellamenti e continuò a fornire aiuto ai soldati in fuga dai tedeschi, a incitarli alla diserzione e a metterli in contatto con le formazioni partigiane.

La sera del 23 giugno 1944 un branco di uomini, alcuni dei quali erano soldati tedeschi, prelevarono Norma a casa sua.

Suo nipote, Sergio Parenti,che era un bambino di undici anni quando assistette a quella scena nascosto dietro la finestra di casa, vide che all’interno del gruppo di assalitori c’erano persone che parlavano un italiano perfetto.

Norma venne condotta verso una ripida strada sterrata che scendeva verso la valle. E il gruppo si fermò infine a ridosso di un podere circondato dagli ulivi, poco lontano dalle mura cittadine, dove la giovane fu uccisa da un colpo d’arma da fuoco, e una pugnalata al torace.

Il corpo della giovane fu  rinvenuto il 24 giugno, a poche ore dall’ingresso delle truppe alleate a Massa Marittima e tre giorni dopo la cittadina si fermò per i suoi funerali, che divennero una grande  manifestazione di popolo con la partecipazione delle truppe Alleate.

Norma Parenti resta una delle figure femminili più straordinarie della Resistenza italiana ed  una delle diciannove donne che dopo la Seconda guerra mondiale furono insignite della medaglia d’oro al valor militare alla memoria.