senna pioggia

Nelle discussioni sui cosiddetti record dello sport mondiale per tutti il miglior pilota nella storia della Formula 1 in condizioni di pista bagnata è da sempre assegnato ad Ayrton Senna, vero mago della pioggia.

Se i grandi campioni come Hamilton e Schumaher si fermano rispettivamente al 35% e 36% di vittorie, Senna ha avuto ben 10 vittorie su 17, quasi il 59% delle gare corse sotto il bagnato.

Senna  nel 1984, al debutto in F1, nel G.P. di Monaco, al volante di una Toleman, creò la sua prima danza della pioggia; e mentre Tambay e Mansell, Piquet e Warwick uscirono di pista, lui, tra la Williams di Laffite e quella di Rosberg, sorpassò la Ferrari di Arnoux e laMcLaren di Lauda, s’arrampicò dal 13° al 2° posto, poi mise nel mirino Prost, che al 20° giro aveva un minuto e mezzo di vantaggio su di lui.

A Prout Senna mangiò 6 secondi a giro e al 31° passaggio il distacco era  a 7 secondi e mezzo ma alla fine del 32° giro, mentre il brasiliano stava per battere il  francese, il direttore di gara, l’ex ferrarista Jacky Ickx, si lanciò sul traguardo con la bandiera rossa e quella a scacchi.

La gara finì con la vittoria a Prost perché il regolamento diceva che vince chi è in testa un giro prima dello stop, ma Ayrton Senna si era fatto notare.

Nei dieci anni trascorsi in F1, più l’11 del 1994, chiusosi con la sua morte, Senna disputò 161 Gran Premi vincendone 41 e per 65 volte centrò la pole position, che pareva cogliere con facilità per Lotus, Mc Laren e Williams.

La sensibilità di guida di Senna gli permetteva di sbucare dai box negli ultimi 5 minuti e di migliorare il tempo più veloce fatto segnare fino a quel momento.

Per 87 volte Ayrton partì in prima fila, 80 volte salì sul podio e  96 volte si piazzò andando a punti tra sorpassi impossibili, a inventare traiettorie irripetibili e a ritardare frenate all’inverosimile in un modo unico persino per Alain Prost, che fece di tutto per batterlo dando vita a una rivalità senza esclusione di colpi.

Il 1 maggio 1994 Senna morì alla curva del Tamburello del circuito di Imola, quando il piantone dello sterzo cedette e la sua Williams finì a 300 all’ora contro un muretto.

La bara di Ayrton, nella bandiera verdeoro del Brasile, martedì 3 maggio viaggiò prima sull’aereo del presidente della Repubblica Scalfaro da Bologna a Parigi, poi sul volo Varig RG723 Parigi-San Paolo dove il comandante Gomes Pinto fece togliere 4 sedili in business class e disse ai passeggeri che si rifiutava, come da regolamento, di sistemare Senna nella stiva.

Cinque milioni di brasiliani salutarono il loro eroe che dall’aeroporto Guarulhos, sul camion dei vigili del fuoco scortato dai soldati della Polìcia da Aeronautica, arrivò prima al palazzo del Governo dello Stato di San Paolo, poi al cimitero di Morumbi, sotto il segno dell’orgoglio di sentirsi brasiliani.