Prosper Piatti and workshop Floralia

Maggio è un mese ricco di festeggiamenti a Roma, sebbene con il passare dei secoli molte usanze sono state  modificate per dar spazio a nuove credenze, sempre nel godersi il risveglio della Natura, propiziando e ringraziando di volta in volta le differenti divinità.

Il 1 Maggio era in epoca romana la data dei festeggiamenti in onore di due dee arcaiche, connesse alla fertilità e alla Primavera Maia, da cui deriva il termine Maggio,  e Flora.

Subito dopo era la volta dei Lemuri, gli spiriti dei morti,  placati con alcuni rituali ben precisi, tra cui il lancio per nove volte di fave nere, recitando formule propiziatori.

Tutto il mese era scandito da diverse feste in onore di Mercurio, Giove, Veiove e anche Vulcano, infatti si dava ufficialmente inizio alla stagione della campagne militari, periodo in cui in antichità venivano combattute le guerre.

Chiudeva il mese la festa in onore di Cerere, dea delle messi e del grano, quando processioni fuori città avevano lo scopo di propiziare la fertilità dei campi.

Punto chiave  di questo rito era il sacrificio di alcuni animali come il toro, la pecora e perfino una scrofa, tutto rigorosamente appena fuori città.

Con l’avvento del Cristianesimo, Maggio divenne il mese dedicato a Maria e le feste dedicate alla Vergine dimostrano come la Chiesa dei primordi abbia voluto sostituire i culti pagani, difficili da sradicare, andando a sovrapporvi quelli in onore della Madonna, che ebbe origine nel Medioevo con i filosofi di Chartres nel 1100 e ancora di più al XIII secolo, quando Alfonso X detto il Saggio,  re di Castiglia e Leon,  celebrava Maria come Rosa delle rose.

Le prime pratiche devozionali legate in qualche modo al mese di maggio risalgono al XVI secolo, infatti a Roma fu San Filippo Neri ad insegnare ai propri giovani a circondare di fiori l’immagine della Vergine.

Le scampagnate fuori porta sono comunque nei secoli il tratto distintivo di questo mese, accompagnate da mangiate e soprattutto bevute, musica, danze e giochi per piccoli e grandi.

Tra i luoghi maggiormente frequentati in questo periodo vi era almeno fino agli inizi del Novecento la zona verde del Testaccio.