La collina del Montjuïc non è solo l’altura che osserva Barcellona ma è uno dei suoi cuori pulsanti, ed è una parte fondamentale della storia e dell’identità della città.
Infatti il Montjuïc, che significa Monte degli Ebrei in catalano medievale,, si trova nella zona sud di Barcellona, e guarda il porto, da un lato, e lo sviluppo regolare dell’urbanistica cittadina voluto da Ildefons Cerdá a fine Ottocento, dall’altro.
La storia della collina si è sviluppata soprattutto nel Novecento, con lo Stadio Olimpico diventato oggi l’elemento più riconoscibile dell’area, cuore della mappa dei luoghi della collina che sono anche pagine di storia, politica e sport locali.
Al momento della sua inaugurazione l’impianto si chiamava Estadio Olímpico de Montjuïc, perché era effettivamente uno stadio costruito per l’Olimpiade del 1936 ma quando Barcellona fu esclusa dalla selezione che invece premiò Berlino, per protesta l’allora Repubblica Spagnola decise che si sarebbe tenuta un’Olimpiade parallela, chiamata Olimpiada Popular, che però non si tenne, perché il 18 luglio 1936 in Spagna scoppiò la Guerra Civile.
Lo stadio era stato inaugurato nel 1929 dopo un anno o poco più di lavori, su progetto dell’architetto Pere Domènech i Roura, figlio dell’architetto modernista Lluís Domènech i Montaner, inoltre aveva ospitato l’Expo Internazionale di quell’anno, organizzata a Barcellona per la seconda volta nella storia, come simbolo del nuovo corso dell’architettura e della progettazione urbana:.
Nell’occasione dell’inaugurazione dell’Expo 1929, sul prato dell’Olimpico si giocò una partita di rugby fra la Nazionale spagnola e quella italiana, ma lo stadio avrebbe poi ospitato dal calcio al ciclismo, dalle gare motoristiche alla boxe, dal baseball all’atletica.
Il corpo della tribuna principale era l’elemento architettonico di prestigio, ed è anche quello più importante che è stato conservato ed è visibile ancora oggi, con tre corpi principali uno è quello centrale, che inquadra l’ingresso principale allo stadio, sormontato da una piccola cupola e segnato da due paraste su cui svettano le sculture dei due carri con gli Auriga, realizzate dall’artista Pablo Gargallo.
Nel 1992 si tennero in Spagna i Giochi Olimpici e Barcellona mise in piedi un riassetto urbanistico che ancora oggi viene ricordato come fondamentale nel rapporto fra sviluppo cittadino e grandi eventi sportivi, e di cui il Montjuïc racchiude alcuni dei luoghi più rappresentativi.
Con l’organizzazione dei Giochi, gli spazi intorno allo Stadio Olimpico si arricchiscono di edifici sportivi che compongono quella che sarà la cittadella chiamata Anella Olímpica, con il viale olimpico, accompagnata da due file laterali di lampioni a forma di colonna e arricchita da piccoli ritagli di verde, che conduceva all’elemento circolare chiamato Plaça d’Europa.
Sul lato nord ci sono le Piscine Bernat Picornell, splendido complesso per il nuoto che strizzava l’occhio ai dettami del Razionalismo e con una vista dai trampolini per i tuffi verso la città.
A sud c’è il Palau St Jordi, arena indoor fra le più grandi d’Europa con la sua forma a guscio, e affiancata dalla Torre delle Telecomunicazioni, che si slancia verso il cielo e crea un forte dinamismo al complesso della piazza.
Lo Stadio Olimpico fu ristrutturato in vista dei Giochi del 1992, mantenendo però gli elementi storici e architettonici originali e peculiari, con un progetto gestito da quattro architetti locali, Federico Correa, Alfonso Milà, Joan Margarit, Carles Buxadé, insieme a Vittorio Gregotti.
L’intervento riuscì a mettere perfettamente in connessione le parti storiche con le gradinate del tutto contemporanee, andando a tener fede alla pianta originale dell’edificio, con due tribune laterali parallele che si concludono con due lati curvi.
Oggi lo Stadio Olimpico del Montjuïc è il cuore di una cittadella sportiva che ha segnato un passaggio fondamentale nel modo di concepire i grandi eventi sportivi e di adeguare la pianificazione urbana a essi.