La mostra Picasso lo straniero, dal 20 settembre al 2 febbraio 2025, al Palazzo Reale di Milano racconterà uno dei più grandi artisti di tutti i tempi da un punto di vista inedito, tra temi artistici, politici e d’attualità.
L’idea del progetto è nata da Annie Cohen-Solal, curatrice scientifica della mostra con la curatela speciale di Cécile Debray, presidente del MNPP, e la collaborazione di Sébastien Delot, direttore delle collezioni del MNPP.
Da anni di nuove ricerche, la mostra muta la comprensione di Picasso evidenziando il suo stato di eterno straniero e riflette su come la Francia, nei primi del Novecento, non era un rifugio accogliente per gli artisti stranieri.
Le sei sezioni verranno illustrate da circa 80 opere tra dipinti, sculture, disegni, stampe, fotografie e documenti d’archivio del Musée national Picasso-Paris e seguirà dunque la traiettoria estetica e politica di Picasso, per capire come abbia plasmato la propria identità vivendo in una posizione di eterno straniero.
Tra le opere ci sarà anche il capolavoro del pittore spagnolo Guernica, che sarà per la seconda volta in Italia, dopo il viaggio del 1953,
La vicenda del quadro inizio nel 1937, quando, dopo il bombardamento a tappeto di Guernica, Picasso realizzò il suo capolavoro, che, dopo essere stato esposto a Parigi e in Europa, nel 1939 arrivò a New York.
Nello stesso continente, ma in Argentina, dal 1935 viveva Attilio Rossi, un artista italiano, grafico, pittore, organizzatore culturale, direttore artistico e fondatore di importanti case editrici, che dovetta lasciare l’Italia per motivi politici.
Quando nel 1939 terminò la Guerra Civile spagnola con la vittoria di Franco. Picasso e Rossi si conobbero nel comune tentativo di aiutare i tanti intellettuali che avevano sostenuto la lotta della Repubblica e che cercavano disperatamente di sfuggire alla vendetta dei vincitori.
Nel dopoguerra il loro rapporto divenne una grande amicizia, nel 1950 Attilio tornò a Milano e nel 1953 contribuì al successo della grande, storica esposizione di Pablo Picasso a Milano.
Infatti la mostra stava nascendo con qualcosa in meno, dato che Picasso non voleva prestare Guernica.
Ma Rossi, che era parte del Comitato generale della mostra, promossa dall’Ente Manifestazioni Milanesi a Palazzo Reale, convinse gli amici Caio Mario Cattabeni, Gian Alberto Dell’Acqua, Raffaele De Grada, Franco Russoli, Fernanda Wittgens, che era opportuno un tentativo diretto con Picasso.
Così il giovane italiano andò a Vallauris, dove l’artista spagnolo viveva, dopo una giornata intensa di colloqui, Picasso esitava ancora, diviso tra l’amicizia verso Rossi e il timore di un tentativo franchista di rivendicare l’opera.
La visione di alcune grandi foto del salone delle Cariatidi lo convinse e offrì non solo Guernica, ma aggiunse altri quadri.
Grazie ai nuovi arrivi, la mostra di Milano con le sue 329 opere ebbe una completezza straordinaria.
Rientrato a Milano, Rossi aggiornò il catalogo con un fascicolo integrativo e realizzò anche i tre manifesti della mostra, facendone stampare numerose copie, dove Guernica era accompagnata dal Fauno e dal piccolo Pablo Picasso vestito da Pierrot.
Il successo fu da subito clamoroso e Guernica, lasciata New York, arrivò finalmente a Milano, dove fu rimontata sul telaio e sistemata nel salone delle Cariatidi.