inside monet

Fino al 3 novembre, presso l’Orto Botanico dell’Università di Torino, sono da non perdere i tour di Inside Monet, un’appassionante esperienza in realtà virtuale tra arte e natura, a cura di Way Experience,  la media company tra i leader in Italia dei progetti di Virtual Reality nel settore del turismo culturale, vincitrice dell’Oscar dell’Innovazione Premio Angi 2022.

Dopo il successo di Inside Monet a Milano, che ha visto la visita di oltre 15.000 persone e dopo due mesi di Inside Monet al Parco del Valentino, l’esperienza ha nell’Orto Botanico dell’Università di Torino la cornice perfetta per esaltare il connubio tra la bellezza della natura e la magia della Realtà Virtuale.

Inside Monet è una Virtual Reality Experience che unisce l’arte allo studio della natura, della luce, riportandoci nell’atmosfera di quei fermenti culturali che hanno contrassegnato il vitale mondo artistico parigino della seconda metà dell’Ottocento, per vivere in prima persona il concetto di en plein air, il metodo pittorico principalmente adottato dal gruppo degli Impressionisti per meglio cogliere le sottili sfumature generate dalla luce su ogni singolo dettaglio.

L’intero tour prende vita all’interno dell’Orto Botanico, museo dinamico per sua stessa natura, proponendo un itinerario alla scoperta di un’oasi segreta nel cuore della città.

Un attore racconterà Monet e la sua storia, grazie alla narrazione drammaturgica scritta in collaborazione con Libero Stelluti, e accompagnerà i partecipanti all’interno dei quadri per assaporarne ogni singola sfumatura.

Il salon-atelier di Claude Monet a Giverny, in Normandia, ricostruito attenendosi a quello reale, è il punto di partenza e fulcro da cui si apre l’intero percorso di Virtual Reality, con i quadri realizzati dal pittore nei quali verrà proiettato lo spettatore, delle fotografie dei luoghi a lui cari raffigurati nei suoi lavori e degli oggetti personali legati alla sua sfera più intima.

Nella prima tappa c’è l’illustre paesaggio marino del porto di Le Havre immerso nella foschia dell’alba di Impressione, Sole Nascenti (1872) e l’invenzione della visione impressionista si deve, proprio all’impatto che ebbe sulla critica questo suo dipinto, esposto per la prima volta insieme a opere di altri artisti in occasione della mostra del 1874 presso lo studio del fotografo Nadar.

La seconda tappa conduce nella distesa di verde tenue e di rosso scarlatto catturata dall’artista nel quadro I papaveri (1875), in quell’atmosfera estiva e in quella luce che Monet amava catturare dipingendo en plein air.

Nella terza tappa c’è  una delle passeggiate che la moglie di Monet faceva insieme al figlio durante le calde giornate estive sulle colline di Argenteuil e in La passeggiata (1875) si nota il vestito di Camille ondeggiare e l’erba abbandonarsi alla gradevole brezza estiva che avvolge tutto il paesaggio.

La quarta tappa è I covoni (1890-91) dove, davanti a un campo e ai mucchi di fieno seccati dal sole, Monet è intento a studiare il tema delle mutazioni della luce e degli effetti di colore, tra i più cari e indagati dal pittore.

Lo stagno delle ninfee (1899) è la quinta e ultima tappa del percorso, su 250 dipinti con protagoniste le ninfee, con l’armonia dei colori e delle pennellate che si combinano con gli effetti dell’acqua e della luce in natura, osservando i raggi del sole tra la vegetazione, i riflessi dei colori, il ponte ad arco in stile giapponese.