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Anche se è sospeso per questo Natale, non perdiamo l’occasione per raccontare del presepe vivente a Sora, frazione di San Bartolomeo in val Cavargna, territorio di confine tra Lombardia e Canton Ticino.

San Bartolomeo è un borgo di montagna di circa mille abitanti, che si sviluppa tra i 700 e 900 metri di altezza, per arrivare si prende la strada che sale da Menaggio da cui dista 18 km. Sora è un villaggio abbandonato con una vista senza pari a picco sul lago di Como e di Lugano che riprende vita per le feste di Natale.

Occasione straordinaria per calarsi in un’atmosfera unica e indescrivibile, che ogni anno raduna migliaia di visitatori provenienti da tutta la Lombardia e dal Canton Ticino. Questo presepe racconta alle nuove generazioni il messaggio di pace e di serenità che Gesù ha portato sulla terra, oltre che il progresso di una valle può essere solo frutto di un impegno costante e continuo.

Un presepe talmente vivo e funzionante che offre diversi punti di ristoro con vin brulé a fiumi, cioccolata, assaggi di formaggi e salumi nostrani, pasta, gnocchi, frittelle di mele e altri dolci, preparati al momento e cucinati.

Il presepe della Val Cavargna è organizzato da anni e coordinato dal Gruppo folkloristico locale, che si occupa della conservazione degli usi e costumi del territorio. Coinvolge in questa incredibile manifestazione tutta la popolazione della valle, dove i personaggi svolgono un mestiere dimenticato e sconosciuto ai più giovani, ma descritto con tanto entusiasmo ai visitatori dai più anziani. Si entra in una vallata alpina, tra stradine addobbate da rami di pino, camini accesi, bracieri fumanti, a Natale le vecchie case ritornano calde e accoglienti come un tempo. Con tanto di animali, la mucca, il vitellino, gli asini, le pecore e le capre, i cavalli e per pochi giorni la frazione torna a rivivere.

Una fiaccolata illumina tutto, un labirinto di strette viuzze, vicoli, ponticelli e piazzette, fanno da cornice a una rappresentazione unica nel suo genere e per qualche ora si ha la sensazione di essere finiti in un’epoca molto lontana. L’ambientazione è quella della vita contadina di un tempo tra 800 e 900, così oltre a ripercorrere le varie tappe della vita di Cristo, ci si immerge in un mondo fatto di mestieri, costumi e tradizioni ormai passate. I vecchi camini e stufe di un tempo sono riaccesi, l’antico lavatoio torna alla pulizia originaria, come le case col pavimento di cotto con passaggi segreti per nascondere nelle viscere della terra generi alimentari, ai quali si può accedere solo spegnendo il fuoco.

I locali adibiti a laboratori per la lavorazione del latte sono riaperti e viene descritta la lavorazione del burro e del formaggio, si riscopre l’arte antica della filatura della lana.

Lo stagnino illumina la notte con le scintille della lavorazione dello stagno, l’arrotino intento ad affilare coltelli e forbici che non esita a corteggiare le massaie che gli affidano i loro utensili, dei segantini appesi a 3 metri da terra, sul cavalletto dove è già pronto il tronco dal quale si ricaveranno assi per pavimenti, per porte e armadi, finestre e imposte.

Il lavoro delle massaie che preparano la buseca (trippa) o la matuscia (una torta di pane dolce della tradizione povera) ma per cena, salami e formaggi, oltre agli artigiani che da tozzi pezzi di legno ricavano zoccoli o con l’aiuto del tornio, scodelle e altri utensili.

L’accesso alla frazione di Sora durante la manifestazione è possibile solo per i residenti, mentre per i visitatori sono disponibili bus navetta gratuiti che partiranno dalla piazza di San Bartolomeo. Una piantina distribuita a tutti i partecipanti fornisce le giuste indicazioni per visitare ogni angolo del presepe: vie, case, cascine e taverne. In ogni tappa il visitatore viene accolto dalle comparse in costume d’epoca e potrà assaporare specialità locali.

Per rimanere in contatto con la manifestazione si può seguire direttamente la pagina ufficiale facebook e instagram gruppofolcloristicovalcavargna.