Rothko 1024x698 1

Un pittore che diede una svolta all’arte americana del secondo Novecento…

Mark Rothko, il cui nome completo è Marcus Rothkowitz, nacque a Dwinsk, in Lettonia. (Russia), il 25 settembre 1903, quarto figlio di un farmacista ebreo.

Nel 1913, la famiglia emigrò negli Stati Uniti, dove Mark cominciò a lavorare presto a causa della morte del padre, avvenuta solo un anno dopo, mentre al contempo frequentava la scuola.

Rothko nel 1921 ricevette una borsa di studio dalla Yale University, dove studiò per due anni psicologia e filosofia, ma se né andò prima di conseguire la laurea per trasferirsi a New York dove s’iscrisse alla Scuola di Disegno.

Nel 1929 il pittore cominciò a insegnare all’Accademia del Centro Ebraico di Brooklyn e nel 1933, sposato da un anno con Edith Sachar, realizzò la sua prima mostra personale alla Galleria d’Arte Contemporanea di New York.

Fondatore, con altri pittori, dell’Unione Artisti, Mark entrò a far parte del gruppo denominato I Dieci e, dopo il periodo della Grande Depressione, partecipò al Federal Art Project come pittore da cavalletto e realizzò una piccola serie di paesaggi urbani e scene della metropolitana con scorci realistici, interessandosi anche alla tecnica dell’affresco.

In questo periodo, Marcus Rothkowitz cominciò a firmare le sue opere come Rothko e nel 1938 divenne cittadino americano.

Durante gli anni Quaranta il pittore partecipò a numerose mostre collettive alla galleria di Peggy Guggenheim e in altre esposizioni, ma ottenne vari giudizi negativi dalla stampa e dai critici ai quali reagì pubblicando un trattato teorico sull’arte.

Nel corso della Seconda Guerra Mondiale, Rothko e altri artisti come Gottlieb e Newman, utilizzarono i temi della Tragedia Greca per esprimere il dramma della guerra in un mito carico di allegorie.

Negli anni Cinquanta, Mark abbandonò tutti gli elementi figurativi nel suo lavoro passando alla pura astrazione, con colori luminosi, forti contrasti, piccole forme e campi di colore, nell’impressione di una pittura vibrante e intensamente viva.

Dopo aver divorziato da Edith, da cui aveva avuto il figlio Christopher, il pittore si risposò con un’illustratrice, Mary Alice Beistle, dalla quale ebbe una figlia, Kate.

Ottenuti i suoi primi successi alla Galleria Betty Parsons a New York, nel 1950 Rothko e la moglie partirono per un viaggio di cinque mesi in Europa.

Nel 1954, la Sidney Janis Gallery cominciò a presentare Mark Rothko e per l’artista iniziò la fase di quel successo che gli garantì l’indipendenza artistica.

Rothko ridusse il colore delle sue opere, sempre più grandi, a due o tre colori in forme o nuvole che sembrano galleggiare sopra uno sfondo monocromatico, ma dal 1958 in poi, la tavolozza dell’artista si diresse verso un monocromatico marrone.

La fama di Rothko fu confermata quando alla Biennale di Venezia rappresenta gli Stati Uniti e il prestigiosissimo ristorante alla moda Four Seasons nel Seagram Building di New York gli chiese di decorare tutte le pareti, dietro un lauto compenso.

Dopo lunghissime riflessioni, Rothko rinunciò a consegnare le sue opere al ristorante, non ritenendone degni i clienti.

Nel 1959, con le opere degli ultimi anni, il pittore realizzò la mostra Documenta II a Kassel e due anni dopo il Museo d’Arte Moderna di New York mostrò una prima retrospettiva delle sue opere, mostra che fu ripetuta anche in Europa.

Negli anni Sessanta Mark s’impegnò nella realizzazione di un murales per una Cappella Cattolica a Houston, in Texas, con dipinti in nero dai contorni nettamente delineati.

Rothko nel 1969 lasciò la sua famiglia e si trasferì nel suo studio, dove il 25 febbraio 1970 si tolse la vita.

La sua fama riesplose nei primi anni 2000, quando divenne a tutti gli effetti uno degli artisti più quotati al mondo, e il dipinto No.6 (Violet, Green and Red) è stato acquistato per 186 milioni di dollari, diventando il terzo quadro più pagato nella storia.