Più di 500 vitigni dello storico e inestimabile patrimonio genetico dell’Italia Nord Occidentale, tra cui molti minori, rari a rischio estinzione. Questo è il vigneto-collezione ampelografica di Grinzane Cavour. L’ampelografica è la disciplina che studia, identifica e classifica le varietà dei vitigni attraverso schede che descrivono le caratteristiche dei vari organi della pianta nel corso delle diverse fasi di crescita.

Quello di Grinzane Cavour è un vero e proprio museo a cielo aperto capace di custodire un patrimonio inestimabile, che il 13 settembre aprirà le porte ai visitatori.

È il frutto del lavoro dei ricercatori del Cnr – Consiglio Nazionale delle Ricerche, Anna Schneider e Stefano Raimondi, impegnati negli ultimi anni a creare quel vigneto ai piedi del Castello, arrivato ormai a coprire più di un ettaro di terreno, dove, accanto a varietà di uve nazionali e internazionali, sono presenti i vitigni del passato ormai rari o addirittura scomparsi ma che conservano sempre potenzialità interessanti, oltre a essere un patrimonio inestimabile dal punto di vista storico. Dal Baratuciàt, vitigno piemontese autoctono dell’area tra la Bassa Val di Susa e la Val Sangone. Coltivato per l’uva da tavola, perchè considerata non adatta a fare vino, per la forte vigoria della pianta non permetteva una completa maturazione dei grappoli e ne rendeva la vinificazione difficile.

Passando alla Malvasia moscata, una presenza storica attestata in Piemonte già dal 1468, andata poi scemando come produzione, ha trovato un nuovo spazio e vitalità in California, giunta con emigranti piemontesi. Qui ha conquistato un posto di una certa importanza nella produzione di vini utilizzati come base spumante o in taglio allo Chardonnay.

Passando alla Slarina, un vitigno che vede la sua diffusione interessare i terreni acidi e con abbondante ferro territorio compreso tra Alessandria, Novi Ligure e Tortona; zona detta tradizionalmente “Fraschetta di Alessandria”.

“La visita è un’occasione imperdibile per conoscere da vicino questo patrimonio unico – dice Anna Schneider accompagnati dai tecnici e dai responsabili della collezione si potrà toccare con mano una diversità della vite di rara ricchezza e assaggiare vini da vitigni da poco conosciuti e coltivati”. Il Progetto GrapeRescue è una sperimentazione che si propone di contribuire alla salvaguardia del patrimonio di biodiversità viticola del Piemonte mantenendo in buona efficienza la collezione di Grinzane Cavour. Prevede l’implemento delle risorse genetiche, conservate mediante il recupero di ulteriori varietà di vite attualmente a rischio di scomparsa in Piemonte, e introducendole in collezione. Tra gli obiettivi, quello di avere una maggiore comprensione delle caratteristiche genetiche, morfologiche e agronomico-produttive soprattutto di varietà ancora poco note. Si prefigge, infine, di trasmettere tali conoscenze al pubblico (viticoltori, aziende viticole e industrie enologiche, tecnici, vivaisti, giornalisti) tramite pubblicazioni, e la predisposizione di schede dedicate su una banca dati on-line.

La Scuola di Grinzane Cavour, sezione dell’Istituto Umberto I° di Alba partner del progetto, assicura le cure colturali al vigneto-collezione.

L’iniziativa è in collaborazione con Vignaioli Piemontesi, capofila del progetto biennale GrapeRescue finanziato dalla Regione Piemonte nell’ambito del PSR 2014-2020 Misura 10 per la salvaguardia dei vitigni minori e del patrimonio di biodiversità viticola del Piemonte.