“L’Automobile è femminile. Questa ha la grazia, la snellezza, la vivacità di una seduttrice; ha inoltre una virtù ignota alle donne: la perfetta obbedienza” così il Vate scrisse a Giovanni Agnelli.

Gabriele d’Annunzio non aveva solo un’attenzione maniacale alla tecnica letteraria, alla forma poetica e alla sua intera opera, ma lo faceva anche nella quotidianità, per vivere un’esistenza all’insegna dell’arte e della meraviglia.

L’autore di Il Piacere era l’edonista per eccellenza, come dimostra il Vittoriale degli Italiani, simbolo del suo amore per il gusto e per la bellezza.

Ed è al Vittoriale che, dopo settant’anni, è tornata la celebre automobile di D’Annunzio, nota con il nome di Soffio di Satana, nella mostra gratuita dal titolo L’automobile è femmina.

Ciò che molti non sanno è che il particolare nome di questa esposizione non è per nulla casuale.

Infatti proprio il poeta attribuì al termine automobile il genere femminile.

La mostra all’ingresso del Vittoriale permette il ritorno a casa l’automobile rappresentò uno dei simboli, finalmente riunita alle sorelle la Fiat T4 e l’Isotta Fraschini.

Dopo la morte di d’Annunzio, nell’estate 1946, l’Alfa Romeo fu venduta alla Società Autotrasporti Industriali di Busto Arsizio dal commissario straordinario della fondazione il Vittoriale degli Italiani, per  alleggerire i debiti accumulati durante il periodo di guerra.

Dopo molti anni, nel settembre 2017 la storica vettura compare in un’asta di Auto classiche organizzata da Pandolfini, con una base d’asta di mezzo milione di euro.

Un’azione della magistratura riconobbe il Soffio di Satana come bene inalienabile del Vittoriale, disponendone il sequestro e permettendo l’atteso ritorno a casa.